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Sardegna. Vertenza Energia, Cisl Sarda: deve mobilitarsi anche la Regione. I lavoratori pronti a tornare in piazza

Pubblicato il 30 Nov, 2015

30 novembre 2015. La Cisl sarda, oggi 30 novembre, si presenta all’incontro richiesto dal Presidente della Regione per dirgli che è il momento di rompere gli indugi con il Governo nazionale soprattutto sulla questione energetica, madre di tutte le vertenze. L’alto costo dell’energia non crea le condizioni favorevoli per investire nell’isola e costringe alla fuga le attuali imprese impossibilitate a reggere la concorrenza internazionale. Diremo al Presidente della Regione che l’industria non solo metalmeccanica è al tracollo. Staccare la spina della superinterrompibilità elettrica e perdere il regime dell’essenzialità in alcune centrali, significa mettere in forse la presenza non meno di 18 imprese e far chiudere decine di aziende dell’indotto per un totale di 4000-4500 lavoratori. Dall’attivo sindacale unitario di mercoledì 25 novembre è venuto un forte invito al Presidente della Regione Sardegna Pigliaru perché strappi al governo Renzi impegni concreti, immediatamente operativi, e indichi le linee fondamentali di un programma industriale regionale, al momento inesistente, e le direttrici di una politica industriale in grado di attuarlo. Preoccupa la Cisl e i lavoratori un Governo nazionale pronto ad ascoltare preferibilmente la voce delle realtà territoriali politicamente più forti. Se la vertenza Sardegna è ancora al palo, principale responsabile è il Governo centrale. Il sindacato ritiene, pertanto, giunto il momento di riportare la mobilitazione nelle piazze, perché la gravità delle situazione richiede risposte forti, non semplici e diplomatiche pressioni della Regione su Governo e Unione europea.

Cisl Sardegna

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