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First- Cisl. Lavoratori bancari: Più etica nei rapporti con i risparmiatori dopo default banche

Pubblicato il 21 Gen, 2016

Latina, 20 gennaio 2016

“Quali sono le conseguenze del dissesto finanziario delle quattro banche, sul sistema creditizio della provincia di Latina? Quali le misure per difendere i piccoli risparmiatori e i lavoratori dai pericoli e dagli eccessi dell’attuale sistema di vendite dei prodotti finanziari? Questi alcuni dei temi del seminario organizzato dalla First, il sindacato dei bancari della Cisl, al quale hanno partecipato anche i colleghi della Slp- Cisl, il sindacato dei postali. Il seminario è in svolgimento presso la sala conferenze della curia vescovile a Latina. Relazione tecnica di Riccardo Colombani, del gruppo di ricerca nazionale della First. Intervengono Maria Veltri, segretario generale della First Cisl della provincia di Latina e Luciano Notarianni, segretario generale dei postali Slp di Latina. Inoltre il segretario generale reggente della Cisl, Tommaso Ausili. Presenti alcuni componenti della segreteria regionale della First e della segreteria provinciale di Frosinone.
In provincia di Latina sono attive solo due delle quattro banche coinvolte nelle note vicende che hanno portato al loro tracollo . Nel capoluogo vi sono due sportelli, rispettivamente di Banca Etruria e Banca Marche. Il loro peso , nel complesso del sistema creditizio locale , è pertanto limitato.
I lavoratori bancari in provincia di Latina sono oltre 1200 ( circa seicento gli iscritti alla First Cisl). Ma sono interessati al tema, in quanto operano nello stesso campo, anche gli operatori delle banche di credito cooperativo e i postali che svolgono funzioni di vendita di prodotti finanziari e assicurativi. Settanta le persone che hanno partecipato al seminario di oggi.
La First Cisl ha confermato il giudizio negativo sul decreto salvabanche varato dal governo Renzi. ” Oltre alla rabbia della clientela dei quattro istituti coinvolti – dice Maria Veltri – registriamo una serie di comportamenti comprensibili, anche se ingiustificati, che vanno dalla corsa al ritiro dei depositi , ad atteggiamenti di ostilità nei confronti dei dipendenti. “
La First Cisl, con il segretario generale nazionale Giulio Romani, propone una alternativa al temuto “bail in”, il meccanismo che scarica sulle spalle dei risparmiatori, dei correntisti, ma anche dei semplici dipendenti delle banche, i costi delle perdite e le responsabilità penali, per certe gestioni spregiudicate. “Noi escludiamo l’utilizzo di soldi pubblici – dice Maria Veltri – proponiamo che i clienti non professionali, i piccoli risparmiatori, che si sono ritrovati in mano fondi, azioni, obbligazioni e conti corrente che hanno perso tutto il loro valore, siano compensati con azioni della stessa banca, in proporzione al valore dell’investimento e del deposito originario. E’ una soluzione in linea con le direttive comunitarie BRRD, la cui fattibilità abbiamo verificato sotto ogni aspetto”.

Rimane l’amaro in bocca per quanto è accaduto e per il decreto salvabanche che non convince. “Non viene evitato il rischio per i risparmiatori di perdere tutta o buona parte delle risorse investite. Dall’altro lato gli unici responsabili della vendita di prodotti bancari degradati finiscono per essere i semplici dipendenti che li hanno proposti. La verità – dice Maria Veltri – è che i lavoratori delle banche subiscono fortissime, spesso indebite, pressioni, da parte delle direzioni per vendere i prodotti . Sono i capri espiatori per decisioni e manovre prese nei piani alti degli istituti di credito. “
Allora come fare per tutelare ambedue le categorie dalle opache strategie di certe banche ? ” Noi invitiamo i colleghi – continua Maria Veltri – a fare scelte di coscienza. Ad evitare di cercare di vendere a tutti e a tutti i costi. Occorre avere atteggiamenti etici adeguati, resistendo anche alle pressioni delle direzioni. Altrimenti ci si rimette a livello personale”.
La First Cisl Nazionale ha presentato al parlamento una proposta di legge di iniziativa popolare, firmata da oltre 120 mila persone, dipendenti di banche e assicurazioni , in cui si chiede di limitare, di porre un tetto, alle retribuzioni faraoniche dei top manager. Queste altissime indennità si sono dimostrate, in molti casi, compreso quello delle quattro banche, un peso insostenibile per i rispettivi bilanci. Sono state uno dei fattori propulsivi delle politiche di profitto ad ogni costo, compresa la vendita di prodotti finanziari tossici.

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