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Cisl Sicilia per Eni Gela: “Prendiamo atto degli impegni assunti”

Pubblicato il 22 Gen, 2016

Cisl Sicilia, 22 gennaio 2016

La Cisl siciliana “prende atto degli impegni su Gela” scaturiti oggi a Roma dal vertice al ministero dello Sviluppo economico. E si augura che sia stata imboccata la strada di una soluzione in tempi brevi della vicenda. Ma “se dovesse continuare il gioco a rimpiattino tra azienda e istituzioni, è pronta a intensificare la lotta a fianco della comunità di Gela, a sostegno dei lavoratori e del territorio in cui vivono ben 250 mila persone”. Così Mimmo Milazzo, segretario generale regionale del sindacato, sulla vertenza che ha al centro il polo petrolchimico gelese. “Il tempo dei giochetti e dei rimpalli di responsabilità, è finito”, scrive la Cisl a proposito della riconversione green della raffineria. Della questione di ammortizzatori straordinari che diano sostegno, fino all’avvio dei cantieri, a chi di fatto si trova ai margini del mercato del lavoro. E riguardo all’accordo di programma “da attuare – insiste il sindacato – cancellando ogni intoppo burocratico, se di burocrazia fino a ora s’è trattato”.
Sulla vicenda del petrolchimico gelese, in mattinata era intervenuto anche Marco Bentivogli, segretario generale Fim. Il leader delle tute blu Cisl, a proposito della protesta giunta al quarto giorno di blocchi stradali lungo la statale Gela-Catania, aveva affermato: “Siamo a fianco dei lavoratori che a causa della chiusura della raffineria hanno perso il posto di lavoro, 800 metalmeccanici dell’indotto vittime della mancata applicazione degli impegni previsti nel protocollo del 6 novembre 2014”. “Non accetteremo rimpalli di responsabilità tra istituzioni e ci aspettiamo che nelle prossime ore il governatore Crocetta si occupi seriamente e con la massima priorità di attivare tutte le autorizzazioni previste per il piano di riconversione, attraverso il progetto di bioraffinazione”. “Questa terra ferita dalla crisi – aveva ripetuto Bentivogli – ha bisogno di speranze e fatti concreti e non della litigiosità irresponsabile dei politici, che ha contribuito al declino industriale italiano”.

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