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Beni culturali. Cgil Cisl Uil di Roma: “Basta riforme farsa”. Il 31 gennaio sit-in al Mibact alle ore 15

Pubblicato il 26 Gen, 2016

Roma, 26 gennaio 2016. I lavoratori del MIBACT (Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo) di Roma riuniti nell’assemblea indetta da Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa il 25 gennaio 2016 hanno espresso preoccupazione e contrarietà per la ulteriore riforma firmata lo scorso 22 gennaio dal Ministro Franceschini. Quella che emerge dalla bozza di Decreto rappresenta una destrutturazione del Ministero perché, frammentando la tutela del patrimonio,prospetta in un futuro molto prossimo la cessione della gestione da parte dello Stato a terzi, soprattutto in mancanza di una seria e sostanziosa politica di assunzioni sia nella terza che nella seconda area . Vendiamo i beni pubblici ai privati spingendo esclusivamente una logica di introito denominata “valorizzazione”. Una riforma attuata in assenza di un confronto costruttivo propedeutico con le OO.SS. e con i Comitati tecnico-scientifici, che altera definitivamente la missione di tutela dettata dall’art. 9 della costituzione.

I lavoratori insieme a Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa territoriali hanno rappresentato che:

– la Soprintendenza Speciale Colosseo, come già la Soprintendenza Speciale Archeologica di Roma, rappresenta un Istituto coerente autofinanziato e la separazione del tessuto di Musei, aree archeologiche e grandi monumenti interrompe lo scambio agevole e funzionale fra ricerca, tutela e valorizzazione. Inoltre i costituendi parchi autonomi di Ostia e dell’Appia, finora sostenuti dagli introiti dell’area centrale, difficilmente potranno sostenersi autonomamente e andranno probabilmente in gestione a “investitori privati”.

– La prima fase della riforma ha prodotto una paralisi funzionale delle strutture interessate, con la creazione del Polo museale regionale, delle soprintendenze accorpate Belle arti e paesaggio di Roma e del Lazio, della Archeologica Lazio ed Etruria, e dei primi musei autonomi: questa nuova riorganizzazione aumenterà ulteriormente i disagi, poiché sopravvenuta mentre ancora non era stata assimilata la prima fase e poiché comporterà spese (altro che costo zero!) in termini di tempo, sforzo e denaro per riadattare le strutture al nuovo assetto.

– le Soprintendenze miste Archeologia Belle arti e Paesaggio nascono adesso per parare, stando alla versione ufficiale del Ministro, gli effetti del DL Madia di agosto 2015 sul silenzio-assenso: ciò equivarrà a rimodulare le soprintendenze già accorpate nel 2014, che però ad oggi non hanno ancora il personale tecnico scientifico per operare.

– Il personale interessato dalla prima fase della riforma subisce da oltre un anno una condizione di confusione gestionale dovuta agli assestamenti degli organici e alla divisione delle competenze fra tutela e valorizzazione.

– La mobilità volontaria del personale, contrattata e prevista da mesi, necessaria a riavviare la funzionalità delle strutture, adesso è messa in discussione da un ulteriore riassetto dei posti di lavoro e appare rinviata sine die. Il decreto, oltretutto, non parla di mobilità volontaria ma solo di assegnazioni d’ufficio.

– La creazione del Polo museale dell’EUR, sopprimendo la dirigenza scientifica dell’Istituto Centrale Demoetnoantropologia, sembra preludere alla creazione di una Fondazione, alterando la missione eminentemente di ricerca, didattica e pubblica dei musei Pigorini, Arti e tradizioni popolari, Alto medioevo.

– In nessun paese europeo le Soprintendenze di archivi e biblioteche sono accorpate; i tentativi in questo senso sono risultati antieconomici e antiscientifici per la differente missione di conservazione del patrimonio materiale e immateriale, e le soprintendenze archivistiche hanno personale totalmente insufficiente. C’è da temere un imminente fusione tra Direzione generale Archivi e Direzione generale Biblioteche , sulla falsariga di quanto appena accaduto?

I lavoratori del MIBACT di Roma insieme a Fp Cgil, Cisl Fp, e Uil Pa hanno proclamato lo stato di agitazione e chiedono al Ministro

o Di ritirare il decreto e condividere un percorso di definizione dei fabbisogni organici e dei confini dei nuovi istituti con le OO.SS. e le Associazioni del settore

o di non depotenziare la missione di tutela, frammentando il patrimonio archeologico romano

o di prevedere nelle prossime procedure assunzionali anche nuovo personale di seconda area e profili amministrativi in seconda e terza area, di cui gli organici del Ministero sono gravemente carenti

o di non procedere alla fusione di soprintendenze archivistiche e bibliografiche

I Sindacati di Cgil, Cisl, Uil di Roma del pubblico impiego, per il 31 gennaio organizzeranno un sit-in al Mibact alle ore 15

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