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Basilicata. Reddito minimo, dopo le sentenze del Consiglio di Stato si apre uno spiraglio per gli ex Copes

Potenza, 1 marzo 2016 – Ora ci sono tre sentenze del Consiglio di Stato a sancire il principio che “la povertà non può essere tassata”. Lo dichiara il segretario generale della Cisl Basilicata, Nino Falotico, che fa riferimento alle sentenze n. 838, 841 e 842 del massimo organo di giustizia amministrativa che stabiliscono, in sostanza, la non computabilità ai fini Isee delle indennità sociali percepiti dai disabili. Per Falotico “Tar e Consiglio di Stato, rigettando più volte i ricorsi presentati dal governo nazionale, hanno stabilito un principio giurisprudenziale importante, vale a dire che le indennità sociali non contribuiscono a formare la base di reddito utile al calcolo dell’indicatore della situazione economica equivalente, strumento utilizzato dalla pubblica amministrazione per l’accesso alle prestazioni sociali e assistenziali”.

“Ora stiamo valutando con gli uffici della giunta regionale – continua Falotico – l’applicabilità di questo principio al caso delle graduatorie del reddito minimo di inserimento, relativamente agli ex percettori di indennità del programma Copes, rimasti fuori perché il nuovo sistema di calcolo dell’Isee considera le indennità sociali, a vario titolo percepite, come una normale fonte di reddito familiare. L’orientamento della Cisl – prosegue il segretario della Cisl – è che il principio stabilito dalla giustizia amministrativa vada esteso a tutte le indennità sociali, ivi comprese quelle di contrasto alla povertà, onde evitare il paradosso di escludere le fasce sociali più povere e bisognose dal reddito minimo di inserimento, vale a dire uno strumento di politica sociale pensato proprio per ridurre il disagio sociale determinato dalla mancanza di lavoro. Secondo nostri calcoli, sulla scorta di queste sentenze, agli attuali 3.200 beneficiari del reddito minimo di inserimento, si potrebbero aggiungere altri 1.500 ex Copes, esclusi o penalizzati per via della nuova disciplina Isee. In ogni caso – conclude il segretario della Cisl lucana – è opportuno che il ministero del Lavoro convochi le parti sociali al più presto per rivedere il decreto che ha riscritto il sistema di calcolo dell’Isee e per evitare ulteriori code giudiziarie, ripristinando così un sacrosanto principio di equità sociale”.

Cisl Basilicata – Ufficio stampa

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