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Edilizia. Filca-Cisl Toscana: il settore è abbandonato ma si possono creare 10 mila posti di lavoro avviando o sbloccando le grandi opere. La politica regionale è poco incisiva sullo sviluppo infrastrutturale

Pubblicato il 15 Mar, 2016

Firenze, 15 marzo 2016, “Solo in Toscana si possono da subito creare 10mila posti di lavoro nell’edilizia e attivarne almeno altri 30 mila nell’indotto. Basta dare il via alle opere infrastrutturali di cui si discute da anni o sbloccare quelle impantanate. Purtroppo registriamo invece poca incisività della politica regionale in tema di sviluppo infrastrutturale.” E’ la dura denuncia di Ottavio De Luca, Segretario regionale della Filca, il sindacato del settore edile della Cisl. De Luca lamenta “il forte ritardo sugli investimenti infrastrutturali della nostra regione. Restiamo ancora in attesa – dice – del completamento della Siena–Grosseto sull’asse della ‘due mari’, ma anche degli investimenti per la migliore viabilità dell’A11 o di tutti gli interventi di manutenzione delle strade regionali, riguardanti la sicurezza stradale. E che dire – aggiunge – della realizzazione del nodo fiorentino dell’alta velocità, della nuova stazione AV e delle opere infrastrutturali connesse, che sappiamo rappresentare un tassello di straordinaria importanza nel programma di modernizzazione del sistema di trasporto regionale ?” “Le grandi opere – riprende il Segretario Filca – non possono restare incompiute. Ne va invece velocizzata la cantierizzazione, per recuperare il gap di competitività diventato ormai non più sostenibile. Senza la spinta dell’investimento pubblico, anche infrastrutturale e di reti, non si può creare occupazione, né rendere il nostro territorio attrattivo per gli investimenti internazionali che tutti indicano come priorità. Purtroppo in tanti oggi parlano di riformismo, ma si fermano alle parole, senza praticarlo nella realtà, con vere riforme, avviate e realizzate.” “Lo sviluppo infrastrutturale è il primo passo per modernizzare viabilità e mobilità della nostra regione – conclude De Luca – ma anche per far ripartire il settore edile per il quale, a differenza di altri comparti, non s’intravede alcun segnale di ripresa e che appare a dir poco devastato, con aziende storiche che continuano a sparire nell’indifferenza generale. L’edilizia è un settore che non sembra avere un futuro, un settore abbandonato che non è più considerato, né difeso da nessuno, tranne le associazioni di categoria di imprese e lavoratori.”

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