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Toscana. Tante le iniziative dei sindacati nella regione per chiedere di cambiare la ‘Fornero’

Pubblicato il 30 Mar, 2016

Firenze, 30 Marzo 2016. Volantinaggi, presidi, manifestazioni, assemblee pubbliche, ma anche musica e, a Prato, donazione del sangue, sono le iniziative messe in campo da Cgil, Cisl e Uil della Toscana per sabato 2 aprile, giornata di mobilitazione nazionale per ‘Cambiare le pensioni e dare lavoro ai giovani”. Il segretario generale della Cisl Toscana, Riccardo Cerza, sarà al centro commerciale I Gigli di Campi Bisenzio assieme al Segretario Cisl di Firenze e Prato Roberto Pistonina. La Segretaria generale della Uil Toscana e fiorentina, Francesca Cantini, sarà al presidio dell’ospedale di Careggi (Firenze), mentre la Segretaria generale della Cgil di Firenze, Paola Galgani, sarà a Empoli. Prosegue così la mobilitazione di Cgil, Cisl e Uil per la vertenza sulle pensioni dopo gli attivi interregionali dei quadri e delegati del 17 dicembre scorso, che a Firenze avevano riempito il Mandela Forum. Con le iniziative di sabato 2 aprile i sindacati rilanceranno la piattaforma unitaria (vedi allegato) con la quale si chiede di cambiare le pensioni e dare lavoro ai giovani, tutelare le pensioni in essere e rafforzare la previdenza complementare. Cgil, Cisl e Uil chiedono inoltre pensioni dignitose per i giovani, per i lavoratori precari e discontinui, accesso flessibile al pensionamento, il riconoscimento del lavoro di cura e la diversità dei lavori. “Il Governo – dicono i sindacati – non ha inteso finora aprire un confronto sul tema pensioni. Anzi, ad aggravare il quadro, è partito un attacco anche alle pensioni di reversibilità e prosegue una discussione che, in assenza di una proposta governativa, continua ad aver al centro l’obiettivo di scaricare il costo di qualunque modifica per intero sui lavoratori. Ciò mentre i problemi diventano sempre più acuti sia sul versante dell’occupazione giovanile che su quello della condizione di lavoro di chi svolge occupazioni pesanti e faticose, di chi ha iniziato a lavorare giovanissimo, di chi il lavoro lo perde e rimane privo di reddito”. 

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