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Puglia. 5mila pugliesi per la manifestazione nazionale unitaria dei pensionati

18 maggio 2016. Sono al momento 95 i pullman in partenza per Roma dalle province di Bari, BAT, Brindisi, Foggia, Lecce, Taranto e organizzati dai sindacati dei pensionati della Puglia SPI Cgil, FNP Cisl e UILP Uil. Più di 5.200 i manifestanti pugliesi che dalla regione muoveranno verso Roma per la grande manifestazione in Piazza del Popolo del 19 maggio.
Pensionati, lavoratori e cittadini chiedono al governo attenzione e interventi urgenti per chi è in pensione, ma anche un futuro previdenziale dignitoso per i giovani.
Non toccare le pensioni di reversibilità, né quelle in essere né quelle future; tutela del potere d’acquisto delle pensioni e ripristino del sistema di rivalutazione pre-Fornero; uguali detrazioni fiscali per lavoratori dipendenti e pensionati ed estensione degli “80 euro” alle pensioni più basse; recupero del danno prodotto dal blocco della rivalutazione 2012-2013 sulle pensioni superiori a tre volte il minimo; separazione della spesa previdenziale dalla spesa assistenziale; maggiori risorse per l’invecchiamento della popolazione e una legge quadro per la non autosufficienza; cambiare la Legge Fornero per rendere flessibile l’età pensionabile e dare una prospettiva previdenziale certa ai giovani.
Sono questi in sintesi i temi su cui si è da tempo aperta la vertenza pensioni nel Paese e in Puglia, dove le pensioni da lavoro erogate dall’Inps sono circa 900 mila.
Una parte molto consistente della popolazione con cui lo Stato, in particolare dopo la riforma Monti-Fornero, ha rotto il patto di reciproco rispetto. In un Paese, infatti, in cui le pensioni sono tra le più tassate in Europa, le normative vigenti e quelle in fase di approvazione, ledono la dignità di lavoratori e lavoratrici che hanno costruito dalle fondamenta le basi democratiche ed economiche dell’Italia del dopoguerra.
Secondo le stime dei sindacati, ogni anno i pensionati versano circa 60 miliardi di euro al fisco, di cui 50 45 miliardi di Irpef nazionale e 10 miliardi tra addizionali regionali e comunali. Cifre a cui si aggiungono altri 10 miliardi di euro che vengono recuperati dalle pensioni superiori a tre volte il trattamento minimo (1.500 euro lordi) per l’effetto trascinamento del blocco della rivalutazione 2012-2013. 
Al danno si aggiunge la beffa: lo Stato li calcola come uscite in favore dei pensionati.
Sono invece di 3 miliardi in più le risorse che i pensionati versano al fisco rispetto ai lavoratori, che beneficiano di maggiori detrazioni fiscali e degli 80 euro. Un pensionato con un assegno da 1.000 euro al mese paga infatti 1.207 euro in più all’anno rispetto ad un lavoratore in attività, e ciò perché si cerca inutilmente e con una legislazione anti costituzionale di aprire la guerra tra poveri.
Tutto questo è un danno inferto, non solo ai diretti interessati, ma a un intero sistema di welfare familiare su cui si reggono le persone, soprattutto al Sud, in una situazione di inefficienza o totale assenza di servizi pubblici, oltre che di generale crisi economica e occupazionale di cui non si intravede ancora la fine.
A questo quadro, si aggiunge l’allarme, da molto tempo lanciato dai sindacati dei pensionati e confederali, sul futuro previdenziale dei giovani che, stante alle norme vigenti e alla condizione di discontinuità lavorativa, si preannuncia disastroso. Una prospettiva inaccettabile e su cui occorre da subito impegnarsi per soluzioni serie ed efficaci.
SPI Cgil, FNP Cisl e UILP Uil chiedono che il Governo riprenda il tavolo di confronto con i Sindacati dei pensionati per trovare le soluzioni più adeguate che possano mettere fine, una volta per tutte, ad una situazione di perenne difficoltà nella quale i pensionati sono costretti a vivere. Anche a danno dei giovani che non riescono a trovare un orizzonte lavorativo che permetta loro di costruirsi un futuro.
Il 19 maggio i pensionati e le pensionate della Puglia, dunque, insieme a quelli di tutta Italia, faranno sentire la propria voce: “A testa alta! come rimarca lo slogan scelto da SPI Cgil, FNP Cisl e UILP Uil, tutti insieme per rivendicare diritti e dignità dei pensiionati.

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