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Calabria/Poste. Preoccupazione dei sindacati per possibile ulteriore fase di privatizzazione di Poste italiane

19 Luglio 2016 – I lavoratori postali di Slp Cisl, Slc Cgil, Uilposte, Failp Cisal, Confsal e Ugl hanno manifestato ieri in piazza Prefettura a Catanzaro esprimendo contrarietà e preoccupazione circa il possibile avvio di una seconda tranche di privatizzazione del capitale di Poste Italiane. Una delegazione di manifestanti che è stata ricevuta dal Prefetto di Catanzaro, Dott.ssa Luisa Latella, ha illustrato lo scenario attuale che prevede, dopo la collocazione, anzi la svendita, del 35% dei titoli in borsa, ed il passaggio del 35% sotto il controllo di Cassa Depositi e Prestiti, una ulteriore fase di privatizzazione sul mercato del restante 30%.

“Questo scenario – sottollineano i sindacati – sembra essere giustificato soltanto dalla necessità di fare cassa per arginare il debito pubblico; la completa privatizzazione – osservano – mette seriamente in pericolo tutto il lavoro compiuto dal personale di Poste Italiane che ha consentito la trasformazione dell’Azienda da esempio di inefficienza a realtà industriale da seguire e che genera ricchezza consolidata nel tempo”. “Il Sindacato – prosegue la nota – non può restare indifferente rispetto ad azioni scellerate che garantirebbero solo una minima entrata facendo perdere, nei prossimi anni, gli introiti derivanti dai dividendi che solo per il 2015, relativamente alla sola prima fase, assommano ad una perdita pari a 157 mln di euro. In un territorio come la Calabria che opera soprattutto nel sociale ed in funzione dei servizi al cittadino, in una ipotesi di privatizzazione finalizzata al solo scopo di lucro, siamo preoccupati per il futuro dei 5.000 dipendenti e delle loro famiglie. In questo contesto ci poniamo la domanda su quali servizi di carattere sociale continueranno ad essere erogati, soprattutto a tutela del territorio e delle fasce di popolazione più deboli. A questo si aggiunge l’operato dell’attuale classe dirigente calabrese di Poste Italiane, la quale genera soltanto grande preoccupazione nella categoria per la mancanza di lungimiranza gestionale che finisce per ripercuotersi negativamente sui servizi offerti ai cittadini-clienti. A questo aggiungiamo relazioni industriali assolutamente inesistenti che hanno posto in essere azioni di sciopero locale a difesa e a tutela dei diritti dei lavoratori, nonché di riflesso per quella dei fruitori dei servizi. Mentre con enfasi l’Azienda guarda con interesse al mondo della Finanza e ed agli investitori, pubblicizzando un’ immagine caratterizzata da solidità, ricchezza e produzione di utili, in realtà costringe i propri dipendenti ad effettuare le prestazioni lavorative usando mezzi obsoleti, vessandoli continuamente con pressioni commerciali di ogni tipo, non rispettando gli accordi sottoscritti. Dal 25 luglio la categoria protrarrà lo sciopero dalle prestazioni straordinarie per un mese e farà confluire tutte le proprie rivendicazioni nel probabile sciopero nazionale che verrà effettuato nel prossimo mese di settembre”.

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