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Metalmeccanici. Fim Emilia Romagna: Rinnovato contratto tra Confimi industria, Fim e Uilm

Pubblicato il 25 Lug, 2016

Emilia Romagna, 25 luglio 2016. “Al via a Reggio Emilia e Modena le assemblee dei lavoratori per approvare l’ipotesi di accordo ‘innovativa’ per il rinnovo del contratto nazionale, siglato in queste ore tra Confimi industria e Fim e Uilm a Roma. Era in scadenza il 31 maggio e interessa di fatto circa 80.000 lavoratori metalmeccanici della piccola e media industria manifatturiera metalmeccanica e dell’installazione di impianti, che occupa circa 5.000 persone tra Modena e Reggio Emilia” è quanto annunciano Giorgio Uriti, segretario generale e Alessandro Gamba, segretario generale aggiunto della Fim Cisl Emilia Centrale. Gamba è membro della delegazione trattante riunitasi nella capitale dove l’accordo è stato raggiunto dal presidente di Confimi, Riccardo Chini, e dai segretari generali di Fim e Uilm, Marco Bentivogli e Rocco Palombella e firmato anche dal reggiano Giovanni Caruso, segretario generale Fim Cisl Emilia Romagna, che ha partecipato agli incontri tecnici per giungere alle ipotesi di accordo, e dalla modenese Graziella Bellotti, membro di giunta di Confimi. Se approvato dai lavoratori, con le assemblee previste nei prossimi giorni e a settembre nei luoghi di lavoro, il contratto nazionale avrà validità triennale, sino a maggio 2019. Tra le novità previste il via la contrattazione territoriale, politiche attive del lavoro e definizione di un aumento salariale, contratto di inserimento Socrate, diffusione e crescita welfare e diritto soggettivo alla formazione e allo studio”. “Il contratto raggiunto con Confimi – osservano Uriti e Gamba – costituisce un risultato assolutamente importante per la categoria, valorizza il ruolo delle relazioni sindacali a beneficio e rafforzo delle tutele dei lavoratori. Rappresenta un’indicazione di marcia per i tanti segmenti delle associazioni di impresa del settore metalmeccanico, artigianato, cooperative, orafi argentieri, che non mostrano alcuna autonomia negoziale e bloccano i contratti scaduti da mesi in attesa dell’evoluzione delle vertenza con Federmeccanica”. “Ma non vi sono relazioni sindacali fotocopia – concludono i sindacalisti – , chiediamo a ciascuna associazione di impresa di esprimere un’autonoma capacità negoziale e di realizzare, finalmente, i rinnovi contrattuali che interessano migliaia di lavoratori della categoria. Questa, non l’intransigenza di Federmeccanica, è la strada migliore per rafforzare le tutele dei lavoratori e per far ripartire il nostro sistema industriale con contratti innovativi”. IL DETTAGLIO / LE NOVITA’ DEL CONTRATTO NAZIONALE TRA CONFIMI FIM E UILM Sul fronte della retribuzione l’ipotesi di contratto tra Confimi e Fim e Uilm prevede un aumento salariale di 25 euro mensili, al 5° livello, riparametrati a decorrere dal 1° settembre 2016 quindi l’impegno a definire entro aprile 2017 gli ulteriori incrementi retributivi per il secondo e terzo anno del contratto. Quindi l’una tantum di 75 Euro per i mesi di giugno, luglio e agosto correnti. Dal 2017 estesa la sanità integrativa a tutti i lavoratori e i familiari, viene introdotto il diritto soggettivo alla formazione professionale, si avvia il percorso della riforma dell’inquadramento che prevede l’entrata in vigore di un sistema a fasce professionali entro la vigenza del contratto. Sul fronte del lavoro previste innovazioni importanti in tema di orari e conciliazione vita-lavoro, tra cui l’orario plurisettimanale programmato, il lavoro agile, il frazionamento a ore di congedi parentali, permessi per favorire il ricongiungimento familiare degli immigrati. Viene regolato inoltre l’istituto delle ferie solidali, con la possibilità su base volontaria del lavoratore di cedere una quota delle proprie ferie arretrate a colleghi che ne abbiano necessità per gravi ragioni di cura e assistenza familiare. Regolato anche l’istituto dell’apprendistato per favorire l’alternanza scuola lavoro e i percorsi di alta qualificazione, e si introduce un nuovo importante strumento, denominato “Socrate”, di ingresso e stabilizzazione al lavoro di giovani, donne e ultracinquantenni disoccupati con un salario tabellare specifico, ridotto di circa il 15%, per un periodo da 6 mesi a 18 mesi massimo, con l’inserimento stabile a tempo indeterminato al lavoro. Nei casi di mancata conferma, invece, è prevista l’erogazione al lavoratore dell’intera differenza retributiva. Previsto l’impegno all’utilizzo degli ammortizzatori sociali di tipo conservativo nelle crisi aziendali e il rispetto dei criteri sociali di scelta nei casi di mobilità.

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