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Sanità. Cgil, Cisl, Uil Brindisi: “La Regione riveda il piano di riordino per Brindisi e recuperi il dialogo sociale”

Pubblicato il 14 Set, 2016

Brindisi, 14 settembre 2016. L’incontro tenutosi a Brindisi, qualche giorno fa, con l’On.le Elisa Mariano nell’ambito dell’iniziativa intrapresa dalla stessa parlamentare per una adeguata conoscenza del bisogno di salute nel territorio, in prospettiva del prossimo confronto tra Governo e Regione per la modifica del Piano di riordino ospedaliero pugliese, ha riscontrato un’esigenza sostenuta da tempo unitariamente dal sindacato confederale, ovvero che tutti i parlamentari e tutti i consiglieri regionali qui eletti, oltreché la politica ed i rappresentanti delle amministrazioni locali assumano iniziative concrete per correggere la forte penalizzazione cui è sottoposta la provincia di Brindisi dai contenuti del medesimo Piano che non rispetta il principio di equità di copertura dei servizi sanitari in tutto il territorio pugliese. Il confronto che si è sviluppato, nel corso dell’incontro, ha preso le mosse dalle visite effettuate, in precedenza, dall’On. Mariano all’Ospedale Perrino di Brindisi, al Melli di San Pietro Vernotico e al San Camillo De Lellis di Mesagne registrando la convergenza su tutta una serie di argomentazioni da tempo indicate e rilanciate dal sindacato confederale territoriale e pugliese, al Presidente della Regione che detiene anche la delega assessorile alla Sanità. A Brindisi, che già registra una dotazione di posti letto inferiore agli standard regionali, hanno convenuto la parlamentare ed i segretari sindacali, il Piano nega un’offerta adeguata di sanità – anche in considerazione delle penalizzazioni sancite già dai precedenti Piani regionali di rientro – a partire da Cardiologia per cui è previsto un solo posto-letto ogni 9.540 abitanti, mentre per Cardiochirurgia nemmeno uno e altrettanto assente è Chirurgia toracica. Eppure, gli eccessi comprovati di malattie cardiovascolari ma anche pneumologiche, di alcuni tipi di neoplasie e gli stessi esiti dell’indagine di epidemiologia analitica effettuata attraverso lo studio di coorte della popolazione brindisina richiederebbero una più concreta e visibile azione di prevenzione, specie da parte del Centro Salute Ambiente che, invece, per come viene svolta, non è molto nota e soprattutto riesce a farsi percepire poco da chi vive ed opera su questo territorio. Conseguentemente, occorrerebbe ridefinire adeguate strutture, risorse umane e professionali occorrenti tanto all’Ospedale Perrino quanto agli altri Presidi sul territorio. Secondo il Piano, peraltro, verrebbero chiusi/riconvertiti, senza progetti di futuro, i tre Presidi Ospedalieri di Fasano, Mesagne, San Pietro Vernotico, mentre all’insieme del territorio sarebbe attribuito uno standard posti-letto/abitanti di 2,7, per complessivi 1081 posti-letto, di cui 90 privati, atteso che quelli regionali sono pari a 3,4 posti-letto e i nazionali a 3,7 per 1000 abitanti. Considerato tutto ciò, Cgil, Cisl e Uil rilevano quanto mai, l’opportunità che la Regione Puglia recuperi il dialogo sociale e discuta con le Istituzioni locali, perché siano definiti ed attuati progetti esigibili e condivisi di riconversione per i suddetti Presidi, al fine di ampliare e migliorare le opportunità di prevenzione, cura e riabilitazione dei cittadini che rimangano a Brindisi, azzerando i cosiddetti viaggi della speranza, recuperando le carenze di Presidi poli specialistici, le strutture riabilitative e di terapie post-acuzie, nonché i servizi territoriali di pertinenza dei distretti socio-sanitari (non autosufficienza, disabilità, ecc.). Inoltre per Cgil Cisl Uil il Piano di riordino ospedaliero regionale deve recuperare immediatamente le lacune fin qui riscontrate, così che anche i cittadini di Brindisi, come dei restanti territori della Puglia, possano beneficiare pienamente dei nuovi Livelli essenziali di assistenza (Lea) appena varati dal Governo, così come avverrà in modo uniforme nel restante territorio nazionale. Nei prossimi giorni, qualora non ci fossero segnali certi e positivi per il territorio da parte dello stesso Governo Regionale, verranno valutate da Cgil, Cisl e Uil, a sostegno di questa vertenza iniziative ulteriori di mobilitazione, coinvolgendo in particolare il personale ospedaliero e del sistema sanitario di appalto e servizi, come pure i lavoratori delle altre categorie produttive, i pensionati e, più in generale, tutti i cittadini per i quali la Costituzione italiana (Art. 32) sancisce il riconoscimento della tutela della salute come fondamentale diritto dell’individuo ed interesse della collettività.

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