Abruzzo. Dopo 9 anni la Regione esce dal commissariamento della sanità. Cisl: “Inizia la vera sfida”

Pubblicato il 26 Set, 2016

26 Settembre 2016 Il Consiglio dei ministri ha deliberato la fine del commissariamento della Sanità. La Regione Abruzzo, finalmente, dopo 9 anni, inaugura una nuova stagione per una politica di investimenti, innovazioni e formazione del capitale umano.

“L’uscita dal commissariamento non è la panacea di tutti i mali della sanità abruzzese e non può essere connessa ad aspettative improprie. È, inoltre, ingannevole ricercare tutte le risposte alle disfunzioni del sistema sanitario regionale nel superamento del commissariamento, – così i Segretari generali di CISL, Fnp e Fp Maurizio Spina, Luigi Pietrosimone e Vincenzo Traniello hanno commentato la notizia di questi ultimi giorni. “Siamo la prima Regione italiana – tra quelle commissariate – ad aver concluso la procedura”, – commentano Spina,Pietrosimone e Traniello. “E’un risultato importante, frutto di un lungo lavoro e di tanti sacrifici per i cittadini e le imprese abruzzesi. Ora si apre una nuova fase che ci vedrà impegnati su nuove sfide per creare un sistema sanitario moderno, efficiente e capace di rispondere alla nuova domanda di salute”. “Il riordino della rete ospedaliera è un progetto di razionalizzazione che avrà un forte impatto sul sistema sanitario regionale, creando oggettive difficoltà in un territorio, come quello dell’Abruzzo, che si caratterizza per le problematicità di collegamento tra le aree montane e costiere,- ricordano le categorie dei Pensionati, della Funzione Pubblica e la CISL”. “E’ giunto il momento di inaugurare un percorso concertativo con il coinvolgimento di tutti gli attori della sanità, immune da interessi lobbistici, ma necessario a trovare soluzioni per garantire a tutti i cittadini l’accesso alle prestazioni sanitarie, – propongono i tre Segretari” . “La politica, con Il superamento dello status di commissariamento, si riappropria del potere d’indirizzo e programmazione in materia di sanità, ma con un approccio che non può essere di tipo campanilistico, o peggio dettato da interessi di “bottega”. Spesso tra la programmazione sanitaria regionale e la gestione esiste una dicotomia che ostacola il raggiungimento degli obiettivi prefissati. Un management non sempre attento alle esigenze organizzative e all’ottimizzazione dell’uso delle strutture, delle risorse umane e professionali. Questo deficit si traduce in un limite alla possibilità di utilizzare al meglio le competenze e le professionalità, – denunciano la CISL, la FNP e la FP”. Per la CISL – la nuova sanità in Abruzzo deve puntare sull’assistenza territoriale e sull’eccellenza dei presidi ospedalieri, evitando i rischi dalla dequalificazione delle prestazioni sanitarie. Le scelte della nuova politica sanitaria non possono prescindere dalla prospettiva, a medio termine, di costituire una ASL unica regionale per produrre economie di scala e, nel contempo, per erogare servizi omogenei in tutto il territorio abruzzese. “Purtroppo le 4 gestioni, fino ad oggi, non hanno soddisfatto pienamente gli obiettivi prefissati, e molto spesso, sono state più attente ai suggerimenti della politica locale che hanno determinato scelte non improntate al merito e alla professionalità” “Da ultimo ma non per ultimo, l’Abruzzo, – secondo la CISL -, non può più avere una tassazione aggiuntiva che si traduce in uno danno per la ripresa dei consumi e uno svantaggio competitivo per il sistema delle imprese. “Dobbiamo restituire ai cittadini, alle famiglie e alle imprese abruzzesi i 140 milioni pagati per il risanamento sanitario. Il tavolo tecnico del Patto per lo Sviluppo dovrà completare, entro il mese di ottobre, la verifica delle risorse regionali e di bilancio per consentire nel 2017 la riduzione graduale e strutturale della fiscalità.” La CISL, la FNP e La FP AbruzzoMolise sperano nell’apertura di un confronto a tutto campo con le rappresentanze degli operatori della sanità, in modo da coinvolgere e tracciare un percorso condiviso per il rilancio del sistema sanitario abruzzese, perché il rischio di rientrare nello status commissariale dipende solo da tutti noi”.

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