Sardegna. A rischio 750 posti di lavoro per la privatizzazione di Poste. Il 4 novembre sciopero generale

Cagliari, 28 ottobre 2016.  Sciopero generale in Poste Italiane Spa per l’intera giornata del 4 novembre 2016 con manifestazioni in ogni regione e a Roma un presidio di fronte al Mef e una manifestazione davanti la sede centrale di Viale Europa 175. E’ quanto si legge in un comunicato delle Segreterie Nazionali SLC-CGIL, SLP-CISL, FAILP-CISAL, CONFASAL.COM e UGL-COM. Nella stessa giornata in Sardegna, a Cagliari, la manifestazione avrà inizio con il concentramento alle ore 9.00 in Viale Bonaria di fronte alla RAI, un corteo si muoverà verso la Via Roma con sosta davanti alla sede del Consiglio Regionale con una richiesta di incontro con i capi gruppo di tutte le forze politiche per illustrare le ragioni della vertenza e il rischio di abbandono del servizio universale sul territorio della Sardegna. Il corteo terminerà in Piazza del Carmine davanti alla sede della rappresentanza del Governo. La decisione del Consiglio dei Ministri di quotare in Borsa un ulteriore 29,7% e del conferimento a Cassa Depositi e Prestiti del rimanente 35% del capitale, con l’uscita definitiva del Ministero dell’Economia dall’azionariato di Poste Italiane, MUTA completamente gli assetti societari e il controllo pubblico in Poste Italiane. Una decisione ASSUNTA a breve distanza dal primo collocamento azionario di oltre il 30% effettuato ad ottobre 2015. Le Segreterie Nazionali di categoria ritengono estremamente grave e, peraltro, antieconomica, l’intera operazione di dismissione da parte dello stato, in considerazione che dal 2002 ad oggi Poste Italiane ha sempre avuto bilanci positivi e ha versato consistenti dividendi al Ministero del Tesoro, azionista di riferimento Una privatizzazione che sta procedendo nella più totale assenza di un dibattito pubblico che ha il solo fine di fare cassa e recuperare qualche miliardo di euro per incidere in quantità insignificante sul debito pubblico ma che non tiene in considerazione il ruolo sociale svolto da Poste Italiane sull’intero territorio. Le ricadute occupazionali e sociali del piano di privatizzazione e riassetto in Sardegna assumono proporzioni di estrema gravità. Sui 3500 dipendenti presenti in Sardegna, 1200 addetti al recapito e allo smistamento e 2300 nell’area dei servizi finanziari al pubblico e aree di staff si ipotizzano tagli rispettivamente di 350 unità sui servizi postali e 400 sui servizi finanziari. Il piano di riassetto prevede infatti ulteriori interventi di chiusura degli Uffici Postali nelle zone più disagiate che si aggiungerebbero, alle chiusure a giorni alterni, già realizzate in questi anni in oltre 80 piccoli comuni della nostra Regione e il recapito della corrispondenza a giorni alterni con un impatto pesantissimo sull’occupazione, sulla qualità del servizio offerto e la garanzia del servizio universale e dei servizi di prossimità alle popolazioni delle aree più disagiate del nostro territorio. La totale assenza di piani di sviluppo e di investimenti in infrastrutture, richiesti con forza dal Sindacato, in particolare nella Logistica integrata per intercettare i nuovi business legati allo sviluppo dell’e-commerce per mettere a valore i centri di meccanizzazione postale, come il CMP di Cagliari, per lo stoccaggio e la movimentazione di merci. Nell’area dei servizi finanziari e della sportelleria degli Uffici Postali le denunce del Sindacato sulle carenze di personale dovute ai massicci esodi incentivati e le continue pressioni commerciali a causa di una finanziarizzazione sempre più spinta dell’azienda, non hanno trovato alcuna risposta da parte dei vertici aziendali. Queste le ragioni dello Sciopero Generale dei lavoratori delle Poste il 4 Novembre prossimo.

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