Emilia Romagna. Cgil Cisl Uil contrarie alla riapertura del Cie di Modena

4 gennaio 2017.  «È una storia ormai chiusa, la struttura è inutile e costosa», dicono Cgil Cisl Uil contrarie alla riapertura del Cie (Centro identificazione ed espulsione) di Modena. La loro presa di posizione arriva dopo l’annuncio del ministro dell’Interno Minniti dell’avvio di una stagione di tolleranza zero sul terreno dei respingimento dei migranti e sulla necessità di aprire un Cie in ogni regione. Le anticipazioni di questi giorni danno quasi per certa la riapertura del Cie di Modena. «Nella più totale confusione, la ricetta proposta è quella, vecchia e fallimentare, della riapertura dei Centri di identificazione ed espulsione, come se fosse la panacea in grado di risolvere e contrastare i problemi legati all’immigrazione e alla sicurezza – dichiarano Cgil Cisl Uil – La battaglia degli anni scorsi per la chiusura del Cie di Modena è stata una conquista su cui non ci può essere nessun arretramento: quella è una storia che non si può e non si deve riaprire». A Modena, dopo numerose denunce e segnalazioni, il Cie è stato chiuso definitivamente nel 2013, in seguito a un lavoro di mobilitazione e pressione che ha visto il coinvolgimento di tanti soggetti: istituzioni, parlamentari, associazioni, organizzazioni sindacali. Tutti hanno condiviso la necessità di porre fine a un’esperienza sbagliata. «Modena, come qualunque altra città, non ha certamente bisogno di un Cie, esperienza chiaramente fallimentare e luogo in cui sono stati continuamente violati i diritti umani e la dignità delle persone, che produce solo una lunga e inutile detenzione senza risolvere il problema dell’identificazione. Ricordiamo, infatti, – proseguono Cgil Cisl uil – che senza il riconoscimento e la conferma da parte dei paesi di presunta origine, le persone non si possono rimpatriare. Tornare a strumenti come i Cie non fa altro che alimentare odio in modo strumentale e creare tensioni nei territori che li ospitano». Per Cgil Cisl Uil di Modena il ritorno ai Cie è una strada impraticabile, oltre che inutile al contrasto dell’immigrazione irregolare; sono strutture estremamente e inutilmente costose che troppo spesso hanno foraggiato illegalità e ruberie da parte di chi le gestiva. Per i sindacati l’unica strada possibile è attivare una risposta e un coinvolgimento dell’Ue attraverso politiche sociali innovative che sappiano guardare al futuro dell’Europa, mentre nel nostro paese c’è bisogno di progettare l’accoglienza e non di gestire solo l’emergenza. «Servono percorsi di inclusione e interventi innovativi e responsabili in grado di dare risposte concrete al tema delle povertà, per il diritto al lavoro dignitoso, per la piena cittadinanza – aggiungono Cgil Cisl Uil – Chiediamo che si completi la chiusura definitiva di tutti i Cie presenti in Italia e si organizzi una fase di accoglienza, ascolto e accompagnamento dei profughi che entrano nel nostro paese. L’impegno condiviso e il senso di comunità sono stati i punti cardine delle azioni messe in campo in questi anni nella nostra regione a tutti i livelli istituzionali, con il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali, associazionismo, volontariato e cooperazione. La riapertura del Cie – sottolineano i sindacati – sarebbe un passo indietro rispetto a un modello virtuoso costruito faticosamente e grazie al quale si è riusciti a garantire un alto livello di civiltà e dignità. Per queste ragioni il nostro è un No chiaro e definitivo. Sull’ipotesi di riaprire il Cie di Modena chiediamo una presa di posizione netta da parte di tutti i soggetti del territorio. Infine, per illustrare le nostre posizioni e convinti che su questi temi sia necessario un rapporto stretto tra forze sindacali, sociali e istituzioni, – concludono Cgil Cisl Uil – annunciamo la richiesta di un incontro urgente al prefetto e al sindaco di Modena».

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