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Lazio. Cisl Roma Capitale e Rieti: “Maggiore attenzione ai beni confiscati alla criminalità”

Pubblicato il 16 Gen, 2017

Roma, 16 gennaio 2017. Paolo Terrinoni, Segretario Generale della CISL di Roma Capitale Rieti ha rilasciato una dichiarazione in merito ai beni confiscati alla criminalità organizzata “Mon sono immobili come gli altri.-sottolinea- Essi sono stati i simboli del potere criminale sui territori da loro dominati o sui territori da loro conquistati con i soldi e gli investimenti illegali. Per questi motivi vorremmo che a Roma su questo tema ci fosse maggiore attenzione. La capitale e la sua provincia sono i territori dove le mafie hanno investito parecchi soldi. Infatti su 1270 beni immobili confiscati nel lazio 721 si trovano in provincia di Roma e 9 in provincia di Rieti. E se ci soffermiamo su Roma città il numero degli immobili confiscati arriva a 446 e quello delle aziende a 409. Venerdì l’assessore Mazzillo porterà in giunta il dossier sui beni confiscati nel territorio romano. In quella sede bisognerà prendere una decisone sugli immobili confiscati nella città di Roma. Su 446 immobili quasi 200 sono abitazioni di tipo civile, studi economici, uffici privati, alloggi popolari, villini, ville. La CISL di Roma Capitale Rieti pensa che sia prioritario il riutilizzo degli immobili confiscati per risolvere, almeno in parte, l’emergenza abitativa, convertendoli tutti in alloggi popolari così come hanno già fatto alcuni comuni in altre parti d’Italia facendo proprie le osservazioni del Prefetto Postiglione, presidente dell’Agenzia Nazionale dei beni confiscati. Sulle aziende la situazione è più complicata perchè le ipotesi messe in campo dalla legge sono la vendita, l’affitto o la chiusura dell’azienda stessa. Sul territorio romano ci sono quasi 180 aziende confiscate in via definitiva su 409. Si tratta di alberghi, ristoranti, negozi commerciali, bar, pizzerie. Non possiamo aspettare che muoiano ma è necessario farle rinascere. Ecco perchè siamo convinti che l’affitto o la cessione a cooperative formate dagli stessi lavoratori dell’impresa sia la strada più giusta.Qualcosa è stato fatto grazie al protocollo firmato con il Tribunale di Roma lo scorso anno che prevede, durante la fase giudiziaria, la possibilità di assegnare in via provvisoria i beni sequestrati in modo da garantirne l’immediata disponibilità allo Stato o agli enti locali. Ma rimangono le procedure burocratiche. Per questo chiediamo che vengano snellite tutte quelle procedure burocratiche che, nella maggior parte dei casi, sono la causa dell’abbandono e del degrado del bene. Insomma passi avanti importanti ne sono stati fatti ma ancora la strada da percorrere è molto lunga”.

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