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Emilia Romagna. Zincol Italia, Fim Fiom Uilm: “L’azienda si impegni a garantire occupazione e salario”

Pubblicato il 8 Ott, 2015

8 Ottobre 2015 – Lavoratori e rsu di Zincol Italia (azienda metalmeccanica~di San Felice sul Panaro) chiedono a Fim-Cisl e Fiom-Cgil di intervenire urgentemente per sbloccare l’anticipo delle indennità mensili spettanti ai 47 lavoratori che si trovano in cassa integrazione straordinaria da diversi mesi per la ricostruzione post sisma. L’azienda, infatti, non sarebbe in grado di anticipare le indennità Inps per il mese di ottobre. Inoltre, nonostante i sindacati sollecitino da oltre un mese un incontro urgente, la dirigenza Zincol Italia si è resa disponibile solo per il 14 ottobre, dunque successivamente alla data prevista per i pagamenti delle spettanze (10 ottobre). Bisogna aggiungere che l’azienda ha effettuato ingenti investimenti nello stabilimento di San Felice sul Panaro anche grazie alle risorse stanziate dalla Regione con il progetto “Sfinge” che, previsto per le aziende coinvolte dal sisma del 2012, ha l’obiettivo di garantire l’occupazione e la continuità di produzione nel territorio di San Felice. Nonostante ciò, da diversi mesi l’azienda chiede ai sindacati di gestire un numero indefinito di esuberi, incentivando i lavoratori eventualmente disponibili ad aderire a un percorso di mobilità ex legge 223/91. «Appare quindi curioso, se non paradossale, come la stessa proprietà che si dice priva di liquidità per anticipare gli importi di cassa integrazione, abbia disponibilità economica per incentivare chi volesse accettare il licenziamento – dichiarano Alessandro Gamba (Fim-Cisl) e Alessandro Cambi (Fiom-Cgil) – Consideriamo questo comportamento una vera e propria presa in giro nei confronti di chi ha contribuito in questi anni a fare della Zincol una solida realtà industriale. Non accetteremo che si venga meno alle responsabilità sociali in capo a qualsiasi impresa che occupa lavoratori con carichi familiari e relative spese da sostenere tutti i mesi. Viste le somme pubbliche che arriveranno dalle casse regionali e destinate alle imprese che garantiscono l’occupazione – non che fanno finta di farlo – chiediamo un impegno concreto per trovare una soluzione positiva per i lavoratori. In caso contrario – concludono Rsu, Fim e Fiom – ci riserviamo la possibilità di organizzare iniziative di mobilitazione e coinvolgere le istituzioni locali».

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