Approvata la Legge di Stabilità 2016: analisi e valutazioni Cisl su Fisco e Previdenza

Pubblicato il 28 Dic, 2015

Il 22 dicembre 2015 il Senato ha approvato in via definitiva la Legge di Stabilità 2016. E’ un testo che contiene alcune novità rispetto a quello presentato in Consiglio dei Ministri e al testo approvato in prima lettura dal Senato stesso. Le modifiche apportate dal Parlamento al testo del Governo (con particolare riguardo all’innalzamento della no tax area a beneficio dei pensionati, che entrerà in vigore dal 1° gennaio 2016 e al ridimensionamento dei tagli alle dotazioni finanziarie per l’attività dei centri di assistenza fiscale e per i patronati) migliorano l’equità della manovra di finanza pubblica che si conferma, tuttavia, troppo debole sul piano della domanda interna. L’efficacia resta condizionata dalla limitatezza delle risorse messe in campo (16 miliardi sono impiegati per neutralizzare le clausole di salvaguardia che avrebbero comportato l’aumento dell’Iva e delle Accise) e dall’assenza di misure di politica fiscale in grado di incidere significativamente sull’aumento dei consumi e sul sostegno alla domanda interna. L’abbassamento della pressione fiscale derivante dall’abolizione delle imposte sulla prima casa e dall’avvio del processo di equiparazione della “no tax area” fra lavoratori dipendenti e pensionati, potrà contribuire a sostenere i redditi anche delle categorie di contribuenti attualmente esclusi dalla fruizione del bonus fiscale degli 80 euro, ma mentre l’ammontare dei benefici erogati tramite il bonus è di circa 10 mld di € e riguarda 10 mln di soggetti (lavoratori dipendenti), l’abolizione della Tasi sulla prima casa costa allo Stato 3,5 mld di €, coinvolgendo una platea di quasi 20 mln di contribuenti. La valutazione complessiva sulla legge di stabilità per il 2016 risente non tanto dei suoi contenuti, quanto dell’assenza di misure importanti, come ad esempio il mancato ripristino della flessibilità nell’accesso al pensionamento su cui la Cisl continuerà la mobilitazione per chiedere al Governo l’avvio di un confronto per la riforma del sistema previdenziale.

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