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“Occupiamoci di Industria. Le proposte della Cisl”

Pubblicato il 25 Lug, 2016

25 Luglio 2016 – Cosa fare per dare forza alla ripresa delle attività industriali e manifatturiere del nostro Paese, il tema al centro del Convegno nazionale Cisl, “Occupiamoci di Industria. Le proposte della Cisl” tenutosi a Milano il 18 luglio.

Una iniziativa arrivata a conclusione di una fase di approfondimento e studio della realtà industriale del Paese che ha coinvolto le strutture della Cisl ad ogni livello, con la quale la confederazione ha voluto discutere di questi temi “con chi insieme al sindacato ha le maggiori responsabilità sui destini e sulle prospettive dell’industria italiana, perché la Cisl è convinta che solo attraverso uno straordinario impegno comune, ciascuno per le proprie responsabilità, sarà possibile rilanciare l’industria italiana, l’economia, l’occupazione ed il futuro nel nostro Paese.

Ma per la Cisl “non si tratta solo di fare leggi e accordi sindacali ma di impegnarci a realizzare un vero e proprio salto di cultura imprenditoriale e sindacale e di costruire una nuova maturità e modernità nel rapporto tra impresa e lavoratori e nei rapporti tra le parti sociali e tra queste e il Governo”. (…)

Per la Cisl “non c’è alternativa alla ripresa dell’industria per l’economia del Paese, come non c’è alternativa per l’industria alla competizione nelle produzioni di qualità e nello sviluppo della tecnologia e dell’innovazione” ha sottolineato il Segretario confederale della Cisl, Giuseppe Farina, nell’esporre le proposte della Cisl in apertura dei lavori. “Dobbiamo occuparci di Industria ha detto Farina –  per l’importanza e il peso che le attività industriali hanno per l’economia italiana e per il contributo che esse possono dare per una più rapida e robusta crescita dell’economia e dell’occupazione nel nostro Paese”.

“Per l’economia e l’industria italiana non bastano più bonus e incentivi” sottolinea Farina spiegando che la Cisl “non ha ricette magiche da proporre né pensa che le sue proposte siano esaustive, ma ritiene possano rappresentare la base per un impegno comune tra tutti coloro che hanno la responsabilità di rilanciare e dare prospettive alle attività industriali nel nostro Paese.

Occorre quindi intervenire con urgenza per:

  • ridurre strutturalmente la tassazione sul lavoro e sulle retribuzioni e firmare i CCNL ancora aperti per dare forza alla ripresa dei consumi interni;
  • assumere provvedimenti che contribuiscano a ridurre il divario economico e sociale tra il Sud e il resto del Paese per dare slancio alla ripresa dell’economia meridionale, a partire dalla conferma dell’impegno preso dal Governo nella precedente Legge di stabilità, per il prolungamento per le regioni del Sud della decontribuzione per i nuovi assunti.

C’è infine da mettere in campo un Progetto di politica industriale per il Paese che affronti e intervenga sulle debolezze competitive della nostra industria, sostenga l’innovazione e l’internazionalizzazione delle aziende e l’attrattività dei territori per gli investimenti esteri. Non c’è alternativa a fare questo ed è quello che hanno già fatto i principali paesi concorrenti.

Leggi anche: 

Industria. “Solo attraverso un impegno comune sarà possibile rilanciare l’industria italiana, l’economia e l’occupazione”

 

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