Ilva e Fincantieri: il decreto legge del Governo per riavviare la produzione

Pubblicato il 29 Lug, 2015

Con il disegno di legge C. 3210 relativo alla “Conversione in legge del decreto legge 4 luglio 2015, n. 92 recante misure urgenti in materia di rifiuti e di autorizzazione integrata ambientale, nonché per l’esercizio dell’attività di impresa di stabilimenti industriali di interesse strategico nazionale”, il Governo tenta di evitare lo stop all’altoforno 2 a Taranto e  ‘liberare’ le aree del sito di Monfalcone sequestrate.
Nell’audizione del 28 luglio 2015 presso le Commissioni riunite VIII (Ambiente, territorio e lavori pubblici) e X (Attività produttive, commercio e turismo) della Camera dei Deputati), la Cisl, insieme alla Fim, ha espresso un parere positivo rispetto al DL, pur sottolineando che entrambe le vicende evidenziano che per conciliare salute e lavoro non ci vuole una contrapposizione, ma un coordinamento proficuo tra chi rappresenta i vari poteri dello Stato, dalla Magistratura, al Parlamento, al Governo, perché con i veti incrociati non si creano le condizioni per favorire il lavoro ne quelle per garantire la salute dei lavoratori e dei cittadini.
Il paradosso che purtroppo, spesso si ripete in Italia, è che per tutelare un bene primario, costituzionalmente garantito come la salute, l’unica via possibile sembra essere quella di chiudere gli impianti produttivi, mettendo in discussione un altro bene primario come il lavoro.
L’audizione ha visto una vivace discussione con alcuni deputati che hanno espresso perplessità sulla posizione dei sindacati che congiuntamente avevano dato parere favorevole al DL, in quanto la ritenevano troppo accondiscendente verso l’ennesimo intervento legislativo e poco attenta alla sicurezza dei lavoratori. In risposta a tali perplessità è stata ribadita la massima attenzione del sindacato verso le problematiche della salute e della sicurezza dei lavoratori e dei cittadini, ma con altrettanta fermezza si è evidenziato che non si può far ricadere sui lavoratori gli effetti della mancanza di chiarezza normativa, come per Monfalcone, o dei conflitti tra parti della pubblica amministrazione, come avviene per Taranto.
L’incontro si è concluso con l’impegno delle Commissioni di tenere in conto le riflessioni sviluppate nel prosieguo dei lavori parlamentari per l’approvazione dei testi normativi e di continuare il confronto con le parti sociali nei prossimi mesi.

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