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Jobs act: cassa integrazione, politiche attive e semplificazione. Gli ultimi decreti attuativi. Schede di lettura e commento della Cisl

Pubblicato il 30 Set, 2015

29 Settembre 2015 – Sono stati approvati in via definitiva dal Consiglio dei Ministri lo scorso 4 settembre,  e pubblicati in Gazzetta Ufficiale, gli ultimi decreti legislativi in attuazione del Jobs Act: il Dlgs n.148/2015 sulla cassa integrazione, il Dlgs n. 150/2015, relativo ai servizi per il lavoro ed alle politiche attive e il Dlgs n.151/2015, sulla semplificazione. 

Il Dlgs n.148/2015 sulla cassa integrazione (SCHEDA DI LETTURA) per la Cisl contiene alcune decisioni, apparentemente penalizzanti, che però sono del tutto coerenti con lo spostamento delle tutele dal posto di lavoro al mercato del lavoro, ed in questo senso logiche ed inevitabili. Tra queste: la riduzione della durata massima complessiva dei trattamenti di cassa integrazione e l’eliminazione della possibilità di utilizzare la cassa integrazione in caso di cessazione di attività, ferma restando una fase transitoria.

Perché apparentemente penalizzanti? Perché “con i risparmi ottenuti, nello stesso decreto è stata aumentata la durata della Naspi (la nuova Assicurazione Sociale Per l’Impiego, l’ammortizzatore sociale nato dal Jobs Act che da Maggio 2015 sostituisce Aspi e Mini-Aspi) che dai 18 mesi inizialmente previsti è stata portata a 24. E l’Asdi (l’ammortizzatore di ultima istanza previsto dopo la Naspi per i redditi più bassi) è stato portato a regime, seppur con importi ancora insufficienti.

Da segnalare per la Cisl anche la valorizzazione del contratto di solidarietà che, se utilizzato da solo, potrà avere durate complessive più lunghe. Ma soprattutto si amplia in maniera significativa la platea dei beneficiari degli interventi, allargando l’obbligo di adesione ai Fondi bilaterali di solidarietà o, in mancanza, ad un fondo residuale, ai datori di lavoro con oltre 5 dipendenti, lasciando così al momento ‘scoperti’ solamente i datori da 1 a 5 dipendenti (che nell’artigianato sono comunque tutelati perché il relativo fondo di settore include tutte le dimensioni aziendali). Secondo la Cisl questo intervento si può tradurre in un allargamento della platea dei potenziali fruitori pari ad oltre 1.400.000 lavoratori.

Per quanto riguarda i Fondi sono state anche incrementate le aliquote e, corrispondentemente, le prestazioni per i lavoratori, che ora saranno eque e dignitose.

Del tutto evidente per la Cisl, che lo spostamento del fulcro dalla tutela del posto alla tutela nel mercato sarà effettivo quando sarà data piena attuazione anche al Dlgs n. 150/2015, quello relativo ai servizi per il lavoro ed alle politiche attive (SCHEDA DI LETTURA).  E’’ infatti da qui in avanti la sfida vera che si mette in moto con l’avvio della riforma. Il percorso di trasformazione – transizione dovrà essere monitorato, implementato e sottoposto a modifiche e miglioramenti sia per effetto della riforma del Titolo V che riguarderà principalmente la nuova distribuzione delle competenze tra Stato, Regioni e territori (aree vaste), nonché l’attribuzione delle risorse umane operative sui CPI momentaneamente assegnate alle Regioni. Ogni Regione avvierà però da subito un percorso di accordo/convenzione concordato con il Ministero del Lavoro e governato dall’Anpal che dovrà essere sostenibile rispetto ai ‘livelli essenziali delle prestazioni’.

Verranno qualificati ed implementati i Centri per l’impiego pubblici e da subito messi in un regime di sinergia/concorrenzialità con quelli privati, questa la base strutturale per l’attuazione della riforma stessa.
Il principio che sostiene la CISL è quello di far si che ogni lavoratore che perde il posto sia immediatamente nella condizione (diritto e dovere) di entrare in una politica attiva, che sia mirata ad un reingresso nel lavoro più rapido ed efficace possibile, e soprattutto che in questo sistema ogni lavoratore non sia mai lasciato solo. Siamo all’inizio del vero percorso di costruzione del sistema, ma il provvedimento definisce già le priorità su cui continuare a lavorare.
Importante anche il Dlgs che riunifica le attività ispettive al momento in una condizione di ‘coordinamento’ tra i vari enti ispettivi, ma che è indirizzato alla semplificazione, al non ripetersi della ‘moltiplicazione degli interventi’, come avvenuto in passato, ad una razionalizzazione e valorizzazione delle risorse umane impegnate e ad un’attività di ‘intelligence’ da riprodurre in maniera più ampia per non disperdere le forze anche in un’ottica di ottimizzazione delle risorse finanziarie a disposizione.

Infine, il Dlgs n.151/2015, sulla semplificazione (SCHEDA DI LETTURA). Il decreto interviene a razionalizzare e semplificare tutta una serie di procedure e adempimenti a carico di cittadini e imprese nonché su alcune delicate questioni relative al rapporto di lavoro. Nella scheda di lettura viene affrontatta la questione dei controlli a distanza, sulla quale, la Cisl, pur avendo condiviso l’esigenza di aggiornare una disciplina pensata per l’organizzazione fordista del lavoro, ritiene importante una azione contrattuale volta a definire meccanismi certi di preventiva informazione del lavoratore circa le regole interne e l’utilizzo dei dati acquisiti. Ovviamente, la necessaria conformità del trattamento dei dati dei lavoratori al Codice privacy consentirà l’applicazione di alcuni fondamentali principi”.

 

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