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ISEE Decreto Ministeriale relativo alla nuova Dichiarazione Sostitutiva Unica

Pubblicato il 19 Nov, 2014

Lo scorso 17 novembre è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il Decreto Ministeriale che definisce la modulistica relativa al nuovo Isee (testo allegato), completando così l’insieme dei provvedimenti necessari alla sua entrata in vigore all’inizio del 2015 (per una descrizione della riforma cfr. nostre precedenti circolari del 13/12/2013 prot. SOC1338, 8/1/2014 prot. SOC1401 e 28/1/2014 prot. SOC1304).

La nuova Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU), che sostituirà quella attuale, è più articolata della precedente ed è composta di una serie di modelli che andranno compilati a seconda del tipo di Isee richiesto e delle condizioni del nucleo familiare.
La nuova modulistica e le procedure, nonostante la volontà di semplificare modalità e contenuti delle dichiarazioni, appare più complessa e quindi sarà importante al livello territoriale sollecitare gli Enti locali a sviluppare tempestivi piani d’informazione ed orientamento dei cittadini.
L’entrata in vigore del nuovo Isee, impone agli Enti erogatori di modificare i regolamenti entro la fine dell’anno, in modo da recepire interamente la nuova normativa (sia aggiornando l’Isee qualora già adottato, sia passando al nuovo indicatore nel caso fossero ancora in uso sistemi di selezione economica basati su parametri diversi).
Ma comporta anche la riformulazione delle delibere che stabiliscono le soglie di accesso alle singole prestazioni e determinano l’entità delle compartecipazioni, in ragione delle variazioni sulla condizione economica conseguente la nuova disciplina.
E’ evidente quindi, specialmente in questa fase, l’importanza che riveste la concertazione sociale territoriale come strumento sindacale per la promozione di benessere e di tutela del reddito delle famiglie di lavoratori e pensionati, in particolare di quelle in condizioni più svantaggiate.
Sarà quindi necessario sollecitare le Amministrazioni Locali ad aprire confronti di merito ed a sviluppare la negoziazione sociale perché l’implementazione della normativa nazionale sia correttamente orientata a garantire maggiore equità e controlli più efficaci, piuttosto che utilizzata per ridurre ulteriormente la spesa pubblica, le prestazioni sociali ed aumentare il costo dei servizi per le famiglie.

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