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Siglato contratto industria alimentare. Furlan, nuove relazioni industriali, partecipazione dei lavoratori e protagonismo del sindacato

Pubblicato il 5 Feb, 2016

5 febbraio 2016- “Siamo davvero contenti che oggi sia stato raggiunto l’accordo per il rinnovo del contratto nazionale dei lavoratori in un settore così significativo come quello agro-alimentare. E’ una bellissima notizia ed un fatto estremamente positivo ed importante per tutto il mondo del lavoro ed anche per il clima generale del paese”. Lo sottolinea la Segretaria Generale della Cisl, Annamaria Furlan, commentando la sigla del contratto dei lavoratori del settore agroalimentare. “I contenuti dell’accordo sono coerenti con la piattaforma unitaria delle confederazioni sulla quale bisognerà presto aprire un confronto costruttivo tra il sindacato e tutte le associazioni imprenditoriali. Con il contratto siglato oggi nel settore agroalimentare, non solo si tutela il valore d’acquisto delle retribuzioni attraverso gli aumenti salariali, ma si rafforza e si estende il secondo livello contrattuale e finalmente anche la contrattazione territoriale che è fondamentale per migliorare le condizioni dei lavoratori. Ma è soprattutto un contratto innovativo perchè prevede una maggiore partecipazione dei lavoratori alle scelte aziendali che è la strada che la Cisl ha sempre indicato per un moderno sistema di relazioni industriali, incentrato sul protagonismo del sindacato in materia contrattuale. Viene previsto un legame forte con la maggiore produttività, la qualità dei prodotti, attraverso una valorizzazione piena della bilateralità, della formazione congiunta, delle nuove modalità del telelavoro, del lavoro agile e del nuovo welfare aziendale. Ci sembra importante che sia stato previsto nel nuovo contratto anche un fondo specifico che interviene a sostegno dei lavoratori che perdono l’occupazione a pochi anni dalla pensione, un modo innovativo per promuovere il ricambio e la staffetta generazionale. Insomma, la sigla di questo contratto è la dimostrazione che il sindacato e le imprese sanno fare il proprio mestiere, rinnovando senza conflittualità i contratti ed aprendo una fase nuova nelle relazioni industriali. La risposta a tutti i detrattori dell’ insostituibile ruolo contrattuale delle parti sociali”.
“Un grande risultato, che premia i contenuti di una piattaforma sindacale innovativa e coraggiosa, in un negoziato difficile e tortuoso, sostenuto con la mobilitazione dei lavoratori e la battaglia unitaria del sindacato. Un impianto complessivo fortemente voluto dalla Fai-Cisl che conferisce al sindacato vera autorità contrattuale al servizio dei lavoratori e del Paese”. Così anche Luigi Sbarra, Commissario nazionale Fai-Cisl e Claudio Risso, responsabile delle politiche industriali della Federazione agro-industriale-ambientale di via Po. “I punti qualificanti dell’accordo danno corpo alla visione Fai-Cisl nella partecipazione dei lavoratori alle dinamiche d’impresa; negli assetti contrattuali, ora coerenti con la proposta unitaria di un nuovo sistema di relazioni industriali; nella bilateralità; nella formazione congiunta , nelle nuove modalità su telelavoro e lavoro agile. Il contratto, ora quadriennale, integra linee guida che rafforzano ed estendono significativamente il secondo livello, rilanciando innovazione, produttività, competitività e condizioni di lavoro dei dipendenti. Si respinge inoltre il vincolo dell’invarianza di costi, in favore della non sovrapponibilità delle funzioni tra primo e secondo livello”. “Altro grande risultato – aggiungono Sbarra e Risso – è la sospensione per tutta la durata del contratto della contribuzione al fondo Fasa da parte dei lavoratori”. “Potenziata ed estesa la bilateralità di settore, che per la prima volta viene definita dal Ccnl. Si dà vita ad un fondo specifico che interviene a sostegno dei lavoratori che perdono occupazione a due anni dalla pensione. Tale fondo interverrà anche per lavoratori che volontariamente vogliono trasformare contratto da full a part time e promuoverà il ricambio generazionale: un vero ’ponte generazionale’”. Quanto agli aspetti salariali, concludono Sbarra e Risso, “non ci limitiamo ad un’ottica difensiva, ma incrementiamo il potere d’acquisto dei lavoratori attraverso aumenti salariali pari a 105 euro, condizione necessaria per sostenere il reddito delle persone, rilanciare i consumi e contribuendo alla ripresa della domanda aggregata. Le parti sociali attraverso la libera contrattazione e negoziazione diventano oggi più di ieri vera autorità salariale, protagonisti di una ripresa che coinvolge tutti: lavoratori, imprese e l’intero sistema paese”.

Ufficio Stampa Cisl – 

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