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Rapporto Svimez. Furlan: “Drammatica la situazione nel Mezzogiorno abbandonato al suo destino”

Pubblicato il 30 Lug, 2015

30 luglio 2015 – “Il rapporto Svimez ha confermato oggi in maniera drammatica quello che la Cisl denuncia da tempo: il Mezzogiorno e’ stato praticamente abbandonato al suo destino negli ultimi anni”. Lo sottolinea il Segretario Generale della Cisl, Annamaria Furlan in una nota commentando il rapporto Svimez.
” I Governi degli ultimi anni si sono occupati davvero poco del Sud. Il tema è stato tolto dall’agenda politica del paese. Eppure tutti sanno che se la crescita e lo sviluppo non coinvolgono tutto il paese, a partire dal Mezzogiorno, l’Italia non ce la fara’ ad uscire dalla crisi. Le regioni meridionali hanno pagato il prezzo piu’ salato della recessione economica con un aumento preoccupante della disoccupazione, soprattutto dei giovani e delle donne, della poverta’ e dell’emarginazione sociale. Il crollo dei consumi delle famiglie e’ stato nel Sud dal 2008 al 2014 quasi il doppio del resto del paese, oltre il 13 per cento. E’ una regressione economica, sociale e anche culturale che non ha precedenti, una vera e propria emergenza alla quale bisogna subito reagire con grande determinazione. I fattori di disagio si sommano tutti l’uno con l’altro: la crisi dell’industria, il declino di intere aree produttive, i progetti delle infrastrutture bloccati da anni, il calo delle nascite, la fuga dei cervelli, l’inefficienza della macchina amministrative, e soprattutto la non capacita’ di utilizzo dei fondi europei sulla crescita econonica ma anche sociale. Sono queste le criticità che occorre affrontare con scelte coraggiose da attuare subito, responsabilizzando le Regioni del sud ed esercitando in caso di inadempienza, i poteri sostitutivi da parte del Governo nazionale. Per questo e’ inutile piangerci addosso o fare paragoni con quelli che stanno peggio di noi. Il Mezzogiorno d’Italia va ricostruito dalle fondamenta con un grande patto sociale, selezionando in maniera chiara gli investimenti pubblici e, soprattutto, spendendo subito i fondi europei con un confronto tra amministrazioni locali e parti sociali. Vanno rapidamente recuperati strumenti forti che aiutino gli investimenti nei settori industriali, nell’ energia, nell’edilizia, nelle infrastrutture, nell’innovazione e nella ricerca, con incentivi fiscali e fattori di convenienza per chi decide di investire nel sud. La diagnosi desolante dello Svimez obbliga tutta la classe dirigente del paese ad assumersi le proprie responsabilita’, a fare ciascuno la propria parte perche’ l’Italia si salva come paese se tutte le zone del paese si rimettono in moto”.

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