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“Un bimbo non si prenota, si ama” – Lettera aperta di Annamaria Furlan al quotidiano “Avvenire” del 25 Giugno 2019

Pubblicato il 25 Giu, 2019

“L’ utero in affitto è una cosa umanamente inaccettabile sia per le donne che non sono incubatrici ma madri, sia per i bambini. È solo il denaro che determina questo processo.(…) Un bambino non può essere regalato come un oggetto, né scelto, né acquistato, né è un diritto per nessuno, coppia etero od omosessuale o singolo che sia. Un figlio è una persona per sé stessa, ha una sua individualità. Quello che si vuole regolamentare per legge, di fatto, è la separazione di un figlio da colei che l’ha portato in grembo. L’alienazione di una madre. La trasformazione di una donna in strumento di produzione e del neonato in prodotto. (…) Serve un fronte ampio come fu quello contro la schiavitù, o come quello che oggi è in campo contro la pena di morte. Un fronte davvero plurale che unisca credenti e laici, gruppi intellettuali, realtà associative, singoli cittadini e cittadine, sindacalisti, politici, giornalisti, che via via con sempre maggiore chiarezza hanno compreso l’importanza della questione che non è ideologica, ma fondata sulla difesa della persona e sul rispetto della dignità della donna e dei bambini”.

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