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“La riforma può battere il precariato ma il pubblico impiego resti fuori”, “Il Corriere della Sera”, 29 Dicembre 2014

Pubblicato il 29 Dic, 2014

Il rapporto di lavoro pubblico ha un suo percorso legislativo e per stessa ammissione del Governo il Jobs act riguarda solo il lavoro privato. La preoccupazione principale non è se la riforma si applica o no al pubblico impiego, ma come si stabilizzano le decine di migliaia di lavoratori precari nelle pubbliche amministrazioni e nella scuola. Il punto decisivo della riforma è se il nuovo contratto a tutele crescenti assorbirà tutte le forme di precariato così diffuse nel paese; dai finti collaboratori agli associati in partecipazione, dalle finte partite Iva ai lavoratori a chiamata. Se ciò avverrà per circa un milione e mezzo di persone che si trovano nella precarietà più assoluta , si tratterà di un passo in avanti . In caso contrario avremo solo un ulteriore contratto precario.

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