“Non basta dire che non ci sono fondi, servono azioni concrete da parte di tutti: parrocchie, istituzioni, sindacati, media e società civile. Anche il mondo del lavoro deve fare la sua parte nella lotta al caporalato e per tutelare i diritti delle lavoratrici. Di fronte ai continui episodi di violenza contro le donne non basta più indignarsi o chiedere pene più severe contro chi si macchia di questi orrendi crimini. Discriminazioni, autoritarismo, violenza e odio nei confronti delle donne non sono il passato, ma dominano il nostro presente e fanno regredire la nostra democrazia. Sono più di sette milioni le donne italiane che nel corso della propria vita hanno subito una forma di violenza o di abuso sessuale. Parliamo di quattromila casi ogni anno tra stupri e tentati stupri, una media di undici al giorno. Sono numeri impressionanti”.