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Cantieri. Furlan: “Non si può stare con la Tav e con quelli che tirano le pietre ai lavoratori”

Pubblicato il 22 Gen, 2020
Firenze, 22 gennaio 2020 – “Ero una giovane sindacalista di Genova quando trent’anni fa si discuteva della Gronda. Sono passati tanti anni ed ancora questa opera non è stata realizzata. E questo vale per centinaia di altre opere pubbliche nel nostro paese per le quali non possiamo permetterci  più di non decidere”. Lo ha detto la Segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, a Firenze concludendo l’iniziativa della Cisl su infrastrutture e sviluppo.
“Lo sblocca cantieri non ha sbloccato proprio nulla, anzi, ha moltiplicato la catena dei sub appalti con il rischio di infiltrazioni della criminalità e meno garanzia sulla sicurezza”, ha aggiunto la leader Cisl. “Sono importanti gli appelli che sono venuti oggi a Firenze da tutte le parti istituzionali e sociali di riscrivere le regole per velocizzare i tempi della costruzione delle opere pubbliche. Ma lo snellimento dei tempi, che significa sicuramente assunzione di responsabilità, non può diventare meno rispetto delle regole e meno sicurezza sul lavoro. Questi sono elementi che per la Cisl devono rimanere”. Per la Furlan “la condivisione degli obiettivi è un buon modo per fare le cose. Coinvolgere la popolazione nelle scelte è sempre un fatto positivo. Ma poi bisogna decidere, non tenere bloccate le cose. Per la Cisl il tavolo più importante di confronto da aprire con il Governo è quello sulla crescita, sullo sviluppo, sulle infrastrutture perché noi non ci arrendiamo ad essere un paese a crescita zero. E per crescere è fondamentale sbloccare quei  130 miliardi oggi disponibili per far partire i cantieri. Questo significa dire dei sì e dire dei no, decidere con molta coerenza. Non si può stare con i lavoratori della Tav e dei cantieri e contemporaneamente strizzare l’occhio a chi tira le pietre agli stessi lavoratori. O si sta di qua o si sta di là. Bisogna uscire dalle ambiguità che hanno rallentato la costruzione delle grandi e medie opere. Ci vuole un momento in cui si decide, opera per opera e rispetto a questo si sceglie con coerenza, convolgendo le parti sociali
in questi processi”. 

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