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Genova. Furlan: “La crisi di Governo non deve ritardare tabella di marcia dei lavori del nuovo ponte di Renzo Piano”

Pubblicato il 13 Ago, 2019

13 agosto 2019- “La ricostruzione del Ponte Morandi entro marzo 2020 è l’impegno che deve essere rispettato dalle istituzioni, dalle aziende, da quanti sono impegnati a vari livelli nella realizzazione della nuova opera progettata da Renzo Piano. La crisi di Governo non deve assolutamente ritardare la tabella di marcia dei lavori”. È quanto sottolinea oggi in un suo intervento al quotidiano “Il Secolo XIX” la Segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan. “Ha segnato profondamente la vita di tutti i genovesi il crollo, esattamente un anno fa, del ponte Morandi. Non dimenticherò mai il dolore immenso, viscerale, delle famiglie che hanno perso in quella vigilia di ferragosto i loro cari, la loro rabbia sempre misurata, il sentimento di indignazione di un popolo nei confronti di chi non aveva saputo evitare quella immane catastrofe”, aggiunge la leader Cisl che a Genova è nata e risiede. “Eppure, nonostante i danni, le ricadute negative per l’economia, i disagi per gli sfollati, Genova ha asciugato le sue lacrime, come ha sempre fatto nella sua lunga storia e si è rimboccata le maniche. Lo ha fatto immediatamente, con grande senso di responsabilità, solidarietà e soprattutto unità. Una lezione positiva per tutto il paese, in un clima generale di litigiosità e di instabilità che caratterizza da anni la vita istituzionale e politica”. La Furlan sottolinea che “la tragedia di Genova di un anno fa è storia di morte e, insieme, storia di speranza di un’intera comunità. Il progetto avveniristico di Renzo Piano, quel nastro illuminato da 43 vele di luce in memoria delle 43 vittime del crollo del Ponte Morandi, può segnare davvero un momento di “resurrezione”, un nuovo inizio per Genova e per tutta la Liguria. Ma bisogna pensare anche ai familiari delle vittime, a chi ha perso la casa, alle tante imprese tuttora in difficoltà che aspettano risposte chiare sui tempi della giustizia e sui risarcimenti per i danni subiti a causa del crollo del Ponte. Oggi più che mai è necessario che tutti dimostrino concretamente il massimo senso di responsabilità ed unità di intenti. Il nuovo ponte deve servire ad aprire anche una fase nuova nella costruzione trasparente e nella manutenzione delle opere pubbliche e delle tante infrastrutture di cui il paese ha sempre più bisogno. Questo chiedono i cittadini. La lezione di Genova deve essere funzionale ad un solo obiettivo: evitare altre tragedie, uscire finalmente dalla paralisi per dotare l’ Italia di una rete di infrastrutture moderne, sicure e funzionali allo sviluppo ed all’occupazione”.

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