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Lavoro. Graziani: “La revisione della direttiva imballaggi rischia di mettere in ginocchio comparto che è eccellenza nazionale ed internazionale. Serve tavolo di confronto”

Pubblicato il 5 Nov, 2022

“Suscita forte preoccupazione la bozza di regolamento dell’UE di revisione della direttiva imballaggi che sta circolando, per ora solo informalmente, e che verrà formalizzato il prossimo 30 novembre dalla Commissione”. È quanto sottolinea in una nota il segretario confederale della Cisl Giorgio Graziani, responsabile del settore industria. “L’obiettivo generale, ovvero la promozione dell’economia circolare (la re-immissione dei rifiuti nei processi produttivi), è certamente condivisibile. Lo sono meno le scelte operative per perseguirlo a livello europeo che si prospettano e che, se fossero confermate, rischierebbero di mettere in ginocchio un comparto che è un eccellenza nazionale ed internazionale (con oltre 200mila occupati diretti, un fatturato che supera i 30 miliardi di euro e un attivo della bilancia commerciale che supera i 2 miliardi di euro), per non dire di tutti i comparti ad esso collegati a valle e a monte (es. industria macchine del packaging, industria alimentare e molti altri).  Gli aspetti che non convincono e che sarebbero da rivedere sono , in particolare, i seguenti: viene di fatto “smontato” il sistema italiano di raccolta e smaltimento degli imballaggi, basato sul consorzio CONAI, che garantisce un’altissima percentuale di riciclaggio e risorse ai Comuni per la raccolta differenziata (oltre il 73% degli imballaggi in Italia è riciclato, ben oltre l’obiettivo europeo del 65%);  inoltre, si prevede una posizione ideologicamente rigida e non spiegabile razionalmente basata pressoché unicamente sulla riduzione della produzione degli imballaggi, anziché sulla produzione di imballaggi green e sostenibili, come da tempo l’industria italiana sta facendo.  La Cisl ritiene, dunque, fondamentale che si convochi quanto prima un tavolo di comparto presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy , volto a promuovere una posizione di sistema da sottoporre a Bruxelles che, nel contempo, accetti la sfida dell’economia circolare senza destrutturare un comparto strategico e grande importanza per il nostro Paese”.

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