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Lavoro. Sbarra: “I dati Istat di febbraio confermano trend positivo ma la ripresa resta molto incerta”

Pubblicato il 31 Mar, 2022

“Nel corso del 2021 l’occupazione ha avuto un buon trend di crescita, con la ripresa di molte attività sociali e lavorative, grazie anche al vaccino e al greenpass. I dati di febbraio mostrano un ulteriore avanzamento, registrando anche una ripresa del lavoro autonomo. Ora però la nostra preoccupazione è che questa fase positiva venga interrotta dalle ricadute del conflitto ucraino e della instabilità internazionale”. Lo dichiara il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, a margine del Congresso della Cisl Lombardia. “La crisi covid aveva colpito gravemente  nei mesi scorsi soprattutto i servizi. Nella  fase attuale ad entrare in difficoltà è anche il manifatturiero, a causa delle difficoltà per l’approvvigionamento energetico o di componenti essenziali per le produzioni come i semi-conduttori. La crescita occupazionale in questi mesi e’ stata trainata soprattutto dai contratti a termine, i numeri ci dicono che a febbraio 2022 il loro peso sul complesso dell’occupazione dipendente è del 17%, mentre scende al 13,8% la quota sull’occupazione complessiva, comprensiva anche del lavoro autonomo. Sono percentuali fisiologiche in fase di ripresa. Ma il tema sono le assunzioni di durata troppo breve, dovute alla ripresa incerta che ora rischia di non riuscire a consolidarsi. Quindi, più che essere allarmati dal fatto che una parte consistente delle nuove assunzioni in questi mesi è a termine, ad impensierire è il rischio che tra qualche settimana l’occupazione smetta del tutto di crescere. Chiediamo pertanto al Governo di mettere in campo misure straordinarie per evitare tale scenario, accelerando la messa a terra degli investimenti programmati con il Pnrr, fondi strutturali del settennio 2021-2027 , il Fondo Sviluppo e Coesione ed  ampliando l’intervento sulla cassa integrazione previsto dal recente “decreto energia”, con l’estensione a tutte le aziende della possibilità di ulteriori settimane non conteggiate ai fini delle durate massime e non soggette al versamento del contributo addizionale, oltre che con  la urgente attuazione e dei previsti interventi  sulle politiche attive e in materia di formazione”.

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