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Whirlpool. Furlan: “La marcia indietro dell’azienda è un fatto positivo. Ma alle parole devono ora seguire i fatti”

Pubblicato il 11 Giu, 2019

Roma, 11 giugno 2019 – “Il fatto che Whirlpool abbia comunicato di non voler chiudere lo stabilimento di Napoli è certamente una buona notizia. E’ una marcia indietro positiva. Così come è positivo che il Governo abbia finalmente battuto un colpo, annunciando la revoca degli incentivi a questa azienda. Speriamo ora che alle parole seguano davvero i fatti e la conferma degli investimenti che l’azienda si era impegnata a portare avanti in Campania”. Lo ha detto oggi la Segretaria generale delle Cisl, Annamaria Furlan, nel corso della Conferenza organizzativa della Fist Cisl.

“Occorre un approccio serio di condivisione con i corpi intermedi, sia sindacali che datoriali, per la soluzione delle tante, troppe vertenze aperte. Non possiamo continuare con questi comportamenti irresponsabili di tante aziende. Sono in ballo quasi duecento mila posti di lavoro ed il destino di tante famiglie. Lo sciopero e le manifestazioni dei metalmeccanici di venerdì avranno questo obiettivo: occorre una nuova politica industriale nel nostro paese ed un modello di sviluppo che valorizzi i nostri settori produttivi, rilanci l’occupazione, punti alla riduzione del cuneo fiscale per alzare i salari, sbloccare davvero le infrastutture, favorire i nuovi investimenti in innovazione, ricerca, puntare sulla formazione adeguata per gestire le nuove tecnologie”.  Annamaria Furlan ha altresì sottolineato che per “molto tempo il terziario è stato considerato un settore secondario nell’economia nazionale ma che oggi è un segmento trainante dove c’è stata una grande capacità di innovazione ed evoluzione contrattuale. La grande sfida del sindacato e della Cisl sta nella capacità di governare i cambiamenti del mondo del lavoro, ridando protagonismo al lavoro- ha sottolineato Furlan. Ed in questo percorso la Fist Csl può fare da apripista con gli strumenti creati dalla contrattazione, dalla bilateralità al welfare. Dobbiamo guardare al nostro futuro, intercettando i reali bisogni delle persone, a partire dalle periferie del lavoro e quelle urbane delle nostre città, dove metteremo alla prova nei prossimi mesi la nostra capacità organizzativa, contrattuale e di servizi ai cittadini”.

 

 

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