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Prefetture, Cgil, Cisl, Uil del Lazio: no tagli, serve più sicurezza e presidio nei territori

Pubblicato il 27 Nov, 2015

Roma, 27 novembre 2015.“E’ davvero uno strano Paese quello in cui ad una crescente domanda di sicurezza si risponde con l’arretramento dei servizi e della presenza dello Stato. Perché solo così possiamo leggere gli ultimi accadimenti dove ai cittadini, che giustamente chiedono più sicurezza e legalità anche a causa dei recenti allarmi terroristici, si risponde con la conferma del decreto che prevede, nel nostro territorio, la chiusura della Prefettura di Rieti che verrebbe accorpata a quella di Viterbo. Come si potrà garantire la pubblica sicurezza se si allontana da esso la costante opera di coordinamento delle forze di polizia, che è la prima funzione del prefetto?”. Così, in una nota, i segretari generali di Cgil Cisl e Uil del Lazio, Claudio Di Berardino, Andrea Cuccello e Alberto Civica. “Questa decisione, peraltro, fa seguito ad una serie di tagli che stanno diradando la presenza dello Stato sul territorio, a partire dalla riforma della geografia giudiziaria che prevede la soppressione di 15 sezioni dei tribunali territoriali nel Lazio, tra cui Fiumicino, Albano, Anzio, Montefiascone, Minturno, Anagni, e 25 uffici dei giudici di pace, nonché la previsione di chiusura degli uffici territoriali dell’Agenzia delle Entrate di Frascati e l’accorpamento degli uffici di Albano e Velletri. Tutte queste soppressioni sono state inserite nel contesto di un processo di revisione della spesa pubblica, con conseguente contrazione del servizio pubblico a danno dei territori e dei cittadini. Purtroppo però, ad oggi, dobbiamo rilevare che i progetti non li abbiamo visti e così pure gli investimenti sul personale, mentre – continua la nota – si è proceduto a colpi di tagli lineari che rischiano di lasciare senza tutele, in tema di immigrazione, emergenze, calamità, lotta alla criminalità organizzata, lotta al terrorismo e garanzie di legalità, intere comunità locali. La filosofia del fare meglio con meno si è trasformata, di fatto, in un accentramento dei servizi allontanandoli dai territori e lasciando i lavoratori coinvolti nella totale incertezza sulla loro destinazione e futuro professionale. Non solo. Come si può contrastare l’illegalità se si allontanano magistrati e giudici dal territorio, e come si riesce perseguire la lotta all’evasione fiscale se si sopprimono gli uffici territoriali dell’Agenzia delle Entrate? E con quali garanzie gli imprenditori onesti vorranno mai investire nei nostri territori, con queste premesse? Un tale processo di smantellamento del presidio della legalità ci allarma, e per questo – concludono – chiediamo di bloccare il processo di arretramento dello Stato dal territorio. Dobbiamo investire in infrastrutture, in servizi, in tecnologia e nella sicurezza per offrire alle comunità, ai cittadini, alle imprese, ai lavoratori e ai pensionati certezze in materia di servizi pubblici, salute, legalità, anche sul lavoro, e equità fiscale”.

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