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Puglia. Baraccopoli di Rignano Garganico data alle fiamme. Fai Cisl: “Chiudere subito serbatoio di sfruttamento”

15, febbraio 2016. “Chiudere subito quel serbatoio di sfruttamento che è il ghetto di Rignano Garganico, in provincia di Foggia, dove vivono centinaia di migranti impegnati nel lavoro massacrante delle campagne adiacenti, e sostituire l’accampamento con un sistema strutturato di alloggi, tutela e protezione”. E’ la denuncia del Segretario della Fai-Cisl Foggia, Franco Bambacigno, in seguito al rogo che ha devastato questa notte il 90 per cento della baraccopoli di Rignano Garganico, dove vivono nei mesi invernali oltre 300 lavoratori agricoli migranti, e dove in quelli estivi si arriva anche a mille residenti. “Pensiamo, nell’immediato, a tendopoli o all’allestimento di specifici prefabbricati, che garantirebbero maggiore sicurezza e condizioni igienico-sanitarie decenti – continua Bambacigno – . Bisogna fare in modo di assicurare servizi minimi essenziali a lavoratrici e lavoratori che si trovano a vivere in una sorta di lager e che hanno tutto il diritto di essere inseriti in un programma di integrazione e tutela”, sottolinea ancora Bambacigno.
“Enti Locali, Regione e Istituzioni nazionali – afferma da parte sua il Commissario nazionale Fai Cisl, Luigi Sbarra – devono intervenire urgentemente assicurando in quella realtà una rete di servizi adeguata, dagli alloggi alla sanità, dai trasporti al lavoro. Ora è il momento dell’emergenza: prefettura e Regione garantiscano una soluzione dignitosa per gli alloggi, a partire da questa notte. Da domani torneremo a chiedere l’attivazione di tutti gli strumenti finalizzati ad elevare la qualità del lavoro agricolo e a rafforzare i controlli”. In particolare, sottolinea Sbarra, “occorre rendere operative le declinazioni territoriali introdotte dalla Rete del lavoro agricolo di qualità e dalla Cabina di Regia. La strada è quella che porta a ispezioni orientate in modo collegiale, che esclude le aziende irregolari da ogni finanziamento ed agevolazione, che riconosce vera premialità alle realtà che rispettano contrattazione e legislazione lavoristica”, conclude Sbarra.

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