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Bonus bebè. Cisl Lombardia: la Regione sbaglia ad escludere le famiglie adottive

Pubblicato il 16 Feb, 2016

Milano, 16 febbraio 2016. “Le famiglie adottive e affidatarie sono equiparate dalla legge a quelle naturali. E come tali devono accedere al bonus bebè alle stesse loro condizoni. La scelta di Regione Lombardia di escluderle dalla misura è assolutamente ingiustificata”. Così Paola Gilardoni, segretario regionale Cisl Lombardia, sulla decisione della giunta Maroni di escludere le famiglie adottive dal bonus bebè, il cui decreto regionale include tra i requisiti quello di “esercitare la responsabilità genitoriale sul bambino”. “Un requisito comune ai genitori naturali e adottivi”, sottolinea Gilardoni, che sempre sul bonus bebè ha già inviato all’assessorato la richiesta di rivedere e ridurre il requisito deilla residenza di 5 anni in Lombardia. “E’ evidente che il suddetto limite di cinque anni – spiega Gilardoni – in una complessiva situazione di difficoltà rischia di escludere famiglie, giovani coppie di cui anche un solo componente non lombardo, che hanno scelto di trasferirsi da regioni e nazioni diverse, per vivere e risiedere in Lombardia, o che decidono di ricongiungersi sul territorio, spesso per esigenze di ricerca di lavoro, per una stabilità e serenità famigliare”. Il bonus, inoltre, andrebbe raccordato con le misure previste dal fondo Nasko e Cresko, che occorre rifinanziare per il 2016, con il bonus bebè nazionale e l’assegno di maternità statale o comunale, con l’obiettivo di coordinare le politiche di sostegno alla famiglia, in funzione dell’evoluzione delle esigenze dei suoi componenti nell’arco del tempo. “Considerando il complesso di interventi di sostegno alla natalità – afferma Gilardoni – crediamo sia necessario sostenere meglio, con risorse economiche e con servizi, le esigenze della famiglia nel percorso di cura dei figli, anche dopo il terzo anno di vita. In tale ottica le politiche di conciliazione rappresentano uno strumento di particolare valore”.

Ufficio stampa Cisl Lombardia

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