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Puglia. Bambacigno (Fai Cisl): “Serve un cambio di passo delle imprese per diventare multifunzionali”

Pubblicato il 18 Feb, 2016

Foggia, 18 febbraio 2016 – “La necessità di ridurre gli ettari coltivati a pomodoro in Capitanata deve essere occasione per riflettere sulle prospettive dell’agricoltura di Capitanata al fine di rilanciarne le produzioni, nell’ottica della qualità e dell’innovazione”. E’ quanto rileva la Fai Cisl di Foggia, che interviene nel dibattito aperto dalle organizzazioni dei produttori per sollecitare alle imprese “l’applicazione di nuove strategie, al fine essere competitive di fronte ai cambiamenti intervenuti nel mercato dell’oro rosso, nel contesto comunitario e globale”.

Per il segretario generale della Fai Cisl di Foggia, Franco Bambacigno, “era chiaro già da tempo che continuare a produrre pomodoro, come se nulla fosse cambiato in questi anni, significava andare incontro al suicidio delle aziende. Le condizioni di mercato e le mutate prescrizioni, imposte dalla Unione Europea, non consentono più di mantenere i livelli produttivi del passato. Tuttavia questa necessità deve esser affrontata non solo guardando alle conseguenze che ricadranno sulle imprese ma anche ai contraccolpi che si riverseranno sui lavoratori del settore già fortemente provati dalla crisi di questi ultimi anni, oltre che dal perdurare di situazioni ingiustificabili di sfruttamento”.

A tal proposito, secondo la Fai Cisl, “bisogna tener conto della presenza della manodopera che arriva ogni anno per la fase della raccolta, specie di quella straniera, che, essendo ‘tarata’ sulla produzione storicamente realizzata, rischia ora di trovarsi di fronte ad una riduzione che non potrà consentire il soddisfacimento dei bisogni lavorativi, sia degli immigrati ma anche dei lavoratori del luogo. La preoccupazione è che si scenda ancor più al ribasso per quanto riguarda il salario e le tutele, favorendo ulteriormente il lavoro irregolare”.

Come Capitanata, dobbiamo ricordare che l’agricoltura è il volàno dell’economia della Capitanata. Pertanto, le aziende devono esser coinvolte in processi di modernizzazione, che partano dalla programmazione e dalla innovazione delle colture, anche attraverso la sperimentazione di coltivazioni più adeguate alle necessità industriali ed ai nuovi mercati. Salvaguardando la filiera che comunque va garantita, la sfida da vincere è la collocazione in numero sempre maggiore delle produzioni di Capitanata sui mercati globali e non solo nazionali o locali, per questo bisogna aggiornarne la qualità e la tipologia”.

Inoltre, la Fai Cisl evidenzia che “la saturazione del mercato con le produzioni agricole tradizionali ha consentito a commercianti senza scrupoli di fare il bello e il cattivo tempo, speculando sui prezzi del prodotto e condizionando negativamente le dinamiche del mercato del lavoro. Per queste ragioni, auspichiamo – conclude il segretario generale della Fai Cisl – che la necessaria riduzione degli ettari a pomodoro possa indurre le aziende a diventare multifunzionali e rispondere alla sfide produttive del futuro”.

UST CISL Foggia – Ufficio Stampa

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