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Banche. First Cisl Basilicata: “le filiali bancarie abbandonano la Basilicata. Così si facilita la diffusione dell’usura”

Pubblicato il 22 Mar, 2016

Potenza, 22 marzo 2016. Non conosce soste il processo di ridimensionamento delle banche in Basilicata. Secondo uno studio della First Cisl Basilicata dal 2009 ad oggi sono state chiuse 44 filiali bancarie in tutta la regione: 26 in provincia di Potenza e 18 in provincia di Matera. In base all’elaborazione del sindacato è la Carime l’istituto che ha registrato il maggior numero di chiusure, 19 filiali in totale, seguita dal Banco di Napoli che ha chiuso 10 filiali. E altre chiusure sono previste nei prossimi mesi. Stando a quanto riporta il segretario generale della First Cisl Basilicata, Gennarino Macchia, il gruppo Veneto Banca, presente nella nostra regione con il marchio Banca Apulia, ha annunciato la chiusura della filiale di Muro Lucano, mentre il gruppo Banco Popolare ha deciso di chiudere la filiale di Potenza. Intanto il gruppo Ubi Banca, che opera in Basilicata con il marchio Carime, ha sospeso temporaneamente la chiusura della filiale di Potenza di Via del Gallitello. Ma proprio la riorganizzazione del gruppo Ubi rappresenta per Macchia un chiaro segnale di un forte allontanamento da un territorio storicamente presidiato dalle sue aziende. Negli ultimi anni quasi la metà delle filiali Carime presenti in Basilicata è stata chiusa ed il fenomeno non tende a diminuire. Il segretario della First Cisl parla di “un sistematico disimpegno nel nostro territorio da parte di diversi gruppi bancari che sta producendo un continuo depauperamento socio-economico. È come se fosse sparita una media impresa con circa 160 addetti del terziario avanzato, con la perdita di tante professionalità. Si è deciso di arretrare il livello di supporto finanziario al fragile tessuto imprenditoriale regionale costituito prevalentemente da piccole e micro-imprese. Abbiamo assistito anche a situazioni paradossali dove ai clienti di una banca si comunicava la chiusura della filiale presso la quale avevano il conto ma si garantiva la continuità del servizio presso la filiale più vicina, a 220 Km di distanza dalla filiale chiusa. Tali scelte hanno, come più volte denunciato, facilitato il diffondersi di fenomeni legati all’usura”. Macchia contesta l’idea che questa situazione sia frutto di un sovradimensionamento del sistema bancario nazionale rispetto agli standard europei. “Basta leggere i numeri per capire che non è così”, spiega il sindacalista. E in numeri forniti dalla First Cisl dicono che l’Italia risulta al quarto posto per numero di sportelli (50,55) ogni 100 mila abitanti dopo Spagna (68,80), Francia (57,10) e Portogallo (56,95). Il nostro Paese risulta al sesto posto per numero di sportelli (842) ogni 100 mila aziende dopo Germania (1.651), Spagna (1.432), Austria (1.367), Francia (1.255), Polonia (1.032). In Germania 1 dipendente bancario serve in media 125 persone e segue 3 aziende; in Francia 160 persone e segue 7 aziende; in Italia serve in media 203 persone e segue 12 aziende. “L’attività del sindacato fino ad oggi è riuscita a garantire percorsi che hanno portato i lavoratori che ne avevano i requisiti ad accedere volontariamente al prepensionamento. Ma visti i pesanti numeri degli esuberi – continua Macchia – vanno trovate soluzioni che consentano a chi rimane nelle filiali carichi di lavoro sostenibili, limitando al massimo misure di mobilità territoriale che nella nostra Regione sono particolarmente pesanti. Siamo consapevoli – aggiunge il sindacalista della First – che lo scenario attuale e le prospettive richiedano alle aziende di credito di adeguare il proprio modello organizzativo e di business alle mutate esigenze dei mercati di riferimento, tuttavia riteniamo assolutamente inadeguata una politica aziendale volta esclusivamente al contenimento del costo del lavoro, che chiede continuamente sacrifici ai lavoratori e che non investe nell’offerta di quei servizi innovativi proposti proprio nella piattaforma di rinnovo del contratto nazionale di lavoro dalla First e dalle altre organizzazioni sindacali per il rilancio del settore. “Un sistema con meno sportelli o meno dipendenti – spiega il segretario della First lucana – alla lunga diventa un sistema unico a livello europeo e quindi di difficile sostenibilità. Un Paese ha bisogno di un sistema bancario per il proprio sviluppo economico. Questo sistema deve essere rapportato alle dimensioni del Paese. Riteniamo che la risposta giusta del sistema sia quella di rilanciare, recuperare la fiducia nei confronti dei consumatori e offrire servizi sempre migliori e più vicini ai bisogni di famiglie ed imprese”. Ufficio stampa Cisl Basilicata

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