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Sanità. Taranto: Riqualificazione strutture sanitarie pubbliche e private per una Sanità a portata di tutti

Pubblicato il 22 Apr, 2016

Taranto, 22 aprile 2016. In tema di sanità pugliese, il succedersi spesso vorticoso di problematiche anche di rilevanza nazionale, con cui è istituzionalmente costretta a misurarsi la Regione, non cancella la complessità delle questioni poste a quest’ultima dal sindacato ma ancora in attesa di risposte. Risposte che, evidentemente, possano tradurre in atti concreti e coerenti almeno quelle analisi condivise al tavolo della concertazione, a cominciare per esempio da come far fronte e limitare l’eccessiva mobilità dei pugliesi e, in particolare, dei brindisini in altre Regioni. E’ stata forse elaborata, siamo a chiederci, una seria analisi su tale fenomeno che, come è noto, spazia tra la maggiore spesa pubblica e le ragioni inconfessate per cui i nostri concittadini si sentono come costretti a recarsi altrove, quasi che solo altrove trovino oggettive condizioni di buona cura e di conseguenti attese di vita connesse, appunto, alla qualità di prestazioni specialistiche e di eccellenza sia diagnostiche che chirurgiche o terapeutiche? A nostro giudizio, dunque, riqualificare e sviluppare, oltreché riordinare, partendo dalle strutture sanitarie pubbliche fino alle private, costituirebbe il vero nuovo inizio di una sanità assicurata anche in Puglia agli stessi pugliesi; e, più in particolare, per quanto riguarda il territorio brindisino ciò si dovrebbe immediatamente tradurre in dotazione di reali posti letto, di strutture efficienti, specializzate e attrezzate, di personale medico e paramedico necessari ad assicurare i livelli di cura e di assistenza attesi, in rapporto alle concrete esigenze del territorio che, come più volte dichiarato, risulta essere il più penalizzato dal Piano di riordino ospedaliero elaborato dalla Regione. La specificità della nostra area, poi, imporrebbe decisioni in tempi brevi anche sui temi della prevenzione e del controllo delle condizioni ambientali per i connessi rischi sanitari, in quanto Brindisi dichiarata da tempo area Sin. Perciò, ci domandiamo ancora: a quando la completa e reale funzionalità al Centro Ambiente e Salute, già istituito a Taranto, perché ne possano fruire anche i territori di Brindisi e di Lecce? La legislazione nazionale e regionale, va ancora tenuto in conto, impone di operare per la corretta attuazione dell’integrazione socio-sanitaria che, però, è ancora scarsamente praticata nella nostra realtà locale, dove non risultano pienamente attivati ruolo e funzionalità dei Distretti socio-sanitari. Qual è l’opinione al riguardo della Regione e, anche in tal caso, come intende procedere? Non per ultimo, per quanto attiene al progetto di chiusura e riconversione degli ospedali ricadenti nel territorio, la Regione assicuri la contestualità tra attivazione dei nuovi ospedali previsti nel Sud barese e a Taranto e la riconversione dell’ospedale di Umberto I di Fasano, evitando accelerazioni improprie o, ancor peggio, colpi di mano… a sorpresa! Nel frattempo, confidiamo in una convocazione urgente da parte del Presidente Emiliano alle segreterie regionali confederali, per la costituzione di una cabina di regia operativa e specifica così come richiesto dalle stesse segreterie il 12 aprile u.s., per affrontare ed individuare soluzioni equilibrate sull’intero territorio pugliese. Reiteriamo, a tal fine, le nostre sollecitazioni alla Politica, agli Enti Locali ed tutte le Associazioni di categoria, ai vari livelli, perché facciano squadra ed inducano a scelte definitive di riordino, di emanazione regionale. L’ultimo Piano, però, non sia più ispirato, come lo è oggi, a mere logiche ragionieristiche ed a scelte squilibrate tra territori ma, al contrario, corrisponda grazie alla concertazione sociale e all’ascolto delle comunità territoriali, ai bisogni presenti e futuri dei pugliesi e dei nostri concittadini in particolare, già penalizzati da Piani regionali decisi nelle passate gestioni.

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