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Sicilia. Province: domani sciopero regionale dei dipendenti a rischio mobilità degli ex enti intermedi, ora commissariati.

Pubblicato il 22 Giu, 2015

22 giugno 2015. “La politica la smetta di litigare sulla pelle dei dipendenti delle ex Province. Faccia presto. Entro luglio, prima della pausa estiva, completi la riforma degli enti di area vasta”. Il segretario della Cisl Sicilia, Mimmo Milazzo, alla vigilia dello sciopero regionale che domani, martedì 23, porterà a Palermo alcune migliaia di dipendenti siciliani degli ex enti intermedi, ora commissariati, interviene sollecitando “governo e Ars, correnti di partito e vertici istituzionali”. “Pensino a trovare un’intesa”, afferma. “Le beghe politiche non portano da nessuna parte. Seimila persone in Sicilia attendono una legge di riforma chiara su servizi alla collettività, risorse e personale dei liberi consorzi di Comuni e delle città metropolitane”.
Il ddl, al momento, è fermo all’Ars dopo la recente bocciatura dell’articolo 1 e la Sicilia, che sul terreno della riforma s’era mossa prima dello Stato, pare immobile, inghiottita dal pantano. La conseguenza, dicono alla Cisl, è che senza una legge che disciplini le nuove realtà istituzionali, “il caos esplode”. Oltretutto, “le nuove città metropolitane – osserva Milazzo – sono soggetti attuatori di spesa Ue. Ma senza la legge che le istituisce, chi spende le risorse che l’Ue assegna a questi enti?”.
Ma il fronte caldo, per il sindacato, è quello dei lavoratori: “La guerra tra partiti e dentro i partiti ci porta nel baratro sociale”, denuncia il segretario Cisl. Perché “senza le nuove norme, ad aumentare di giorno in giorno è il rischio mobilità per i lavoratori. E quanto alle Partecipate provinciali, a prendere concreta forma – incalza – finirebbe con l’essere lo spettro della liquidazione”.
A dare voce alla preoccupazione Cisl, anche Gigi Caracausi, segretario della Fp Cisl Sicilia (la funzione pubblica), per il quale “se non arriva la legge, già a settembre i precari delle ex Province potrebbero trovarsi con la lettera di licenziamento in tasca. I dipendenti in organico a loro volta scivolerebbero nella mobilità che, come si sa, è l’anticamera della perdita del lavoro”. Insomma, in Sicilia c’è già troppa povertà, ripetono alla Cisl, di un’ondata di nuovi poveri non se ne avverte proprio l’esigenza.
Quanto allo sciopero regionale, proclamato da Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e dall’autonomo Csa, l’appuntamento è per domani alle 9,30 in piazza Verdi, a Palermo, davanti al teatro Massimo. Da lì muoverà il corteo che si snoderà fino a piazza del Parlamento, dov’è l’Ars. Nella grande piazza della politica siciliana si terranno i comizi dei rappresentanti sindacali regionali. Quindi, a seguire, dovrebbe svolgersi l’incontro chiesto dai sindacati, tra una delegazione di vertici delle organizzazioni dei lavoratori e il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone.

ufficio stampa Cisl Sicilia

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