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Pubblico impiego. Domani sciopero regionale in Emilia Romagna per il contratto e il futuro dei servizi

Pubblicato il 23 Mag, 2016

Modena, 23 maggio 2016. Si prevede un’alta adesione a Modena allo sciopero regionale del pubblico impiego, sanità privata e privato sociale, proclamato per domani – martedì 24 maggio – dai sindacati Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uil Pa per chiedere il rinnovo del contratto nazionale, lo sblocco delle assunzioni, investimenti in formazione e lotta agli sprechi. È in programma una manifestazione a Bologna con corteo che, in partenza alle 9.30 da via Stalingrado, si conclude davanti alla sede della Regione Emilia-Romagna, dove si riunisce il consiglio regionale. Il comizio conclusivo è affidato al segretario generale nazionale Cisl Fp Giovanni Faverin. Da Modena partecipa un migliaio di lavoratori. Per info e prenotazioni posti pullman, contattare le sedi e i funzionari sindacali. Domani molti servizi potrebbero non funzionare. Ad esempio non saranno garantite tutte le prestazioni ambulatoriali o ospedaliere non essenziali per legge, saranno chiusi nidi e scuole d’infanzia comunali e in gestione a coop sociali, centri diurni per anziani e disabili, uffici di Comuni, Inps, Provincia, Agenzia delle Entrate ecc. «I dipendenti pubblici sono stanchi, arrabbiati e vogliono dare un segnale forte al governo che da sette anni ormai non rinnova i contratti di settore e con il blocco quasi totale del turn-over sembra disinteressarsi del futuro dei servizi pubblici da garantire alle comunità – affermano Marco Bonaccini (Fp Cgil), Davide Battini (Cisl Fp) e Giuseppe Belloni (Uil Fpl) – Anche i dipendenti del privato sociale e della sanità privata hanno i contratti scaduti o bloccati dal 2007. Ciò ha prodotto un aumento della precarietà lavorativa, calo dei salari e riduzione dei diritti, con conseguenti ricadute sulla qualità del lavoro pubblico in tutte le sue forme di gestione diretta e indiretta, in ambiti quali i servizi alla persona, la sicurezza, i servizi educativi, per citarne alcuni. Dagli amministratori regionali ci aspettiamo sostegno alle ragioni dello sciopero – continuano Bonaccini, Battini e Belloni – e che svolgano un ruolo attivo per sbloccare il contratto, ristabilendo condizioni di dignità professionale ed economica per il pubblico impiego e i settori collegati». Se è vero che il governo è responsabile della situazione, per i sindacati anche gli amministratori locali non possono non riconoscere come loro problema il peggioramento delle condizioni di lavoro dei propri collaboratori. Manifestare davanti alla Regione significa impegnare il presidente Stefano Bonaccini – che è anche presidente della Conferenza delle Regioni – a svolgere un ruolo attivo nei confronti del governo. Da settimane Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uil Pa sono impegnate a sensibilizzare gli amministratori pubblici modenesi nel sostenere le ragioni della mobilitazione, chiedendo anche la firma di una simbolica cartolina indirizzata al presidente del Consiglio e al ministro della Funzione pubblica. Hanno firmato sindaci (o loro delegati) e il direttore generale dell’Ospedale di Sassuolo Zanaroli, mentre non hanno firmato l’appello i direttori delle due aziende sanitarie di Modena Policlinico e Ausl. Per sindacati e lavoratori è inaccettabile quanto emerso da recenti indiscrezioni di stampa, e cioè che il ministro Madia starebbe lavorando a un’ipotesi di rinnovo contrattuale solo per i lavoratori a più basso reddito, data la scarsità di risorse stanziate nella legge di Stabilità. «È pleonastico ricordare che il contratto è di tutti. Stiamo parlando – concludono Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uil Pa – di quasi 5 milioni di persone in Italia, mentre a Modena sono circa 35 mila».

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