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Toscana. Rifiuti, forte adesione allo sciopero in tutta la regione. Un migliaio in presidio davanti a Quadrifoglio.

Pubblicato il 30 Mag, 2016

Firenze, 30 Maggio 2016 – Un migliaio di lavoratori del comparto igiene-ambiente, sia pubblico che privato, provenienti da tutte le province della Toscana anche con pullman organizzati hanno effettuato un presidio/manifestazione dalle 9,30 alle 12,00 di stamani, in via Baccio Da Montelupo davanti alla sede di Quadrifoglio, perché l’attuale Direttore Generale è componente della commissione trattante per il rinnovo del contratto nazionale per la parte datoriale, Utilitalia. La manifestazione di stamani è stata attuata durante lo sciopero nazionale di 24 ore proclamato dalle organizzazioni sindacali Fp-Cgil, Fit-Cisl, UilTrasporti e Fiadel. “L’adesione allo sciopero – dice Stefano Boni, segretario generale della Fit-Cisl toscana – è stata alta in tutte le aziende della nostra regione con percentuali prossime al 90% e punte del 95% nelle province di Livorno e Pisa. Un’adesione altissima per uno sciopero sacrosanto, che vede tutto il settore penalizzato da una visione miope e personalistica; le associazioni datoriali mirano ad incrinare il contratto nazionale e nello stesso tempo a smembrare il settore, in particolare raccolta e spazzamento, con appalti a cascata verso cooperative o presunte tali, con i rischi che abbiamo già visto in altre regioni.” “Con questo sciopero chiediamo la tutela degli stipendi, la salvaguardia del contratto nazionale unico del settore (semplificando con l’unificazione di quello pubblico e quello privato), il miglioramento di qualità e puntualità del servizio per i cittadini, tariffe sostenibili, migliori condizioni di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.” “Inoltre – aggiunge il segretario Fit – chiediamo di mantenere il ciclo di lavoro unico (raccolta, spazzamento e smaltimento) contrastando la logica delle gare al massimo ribasso con la mortificazione dei lavoratori delle aziende che vincono l’appalto. Con lo sciopero di oggi non vogliamo certo recare danno ai cittadini, ma salvaguardare e migliorare il servizio, anche per loro.” “Vogliamo poi dire – conclude Boni – a chi invia mail ai lavoratori affermando che lo sciopero punta solo a difendere i permessi sindacali, che le libertà sindacali sono un segno di democrazia e senza libertà non c’è sindacato. E’ questo il modello che piacerebbe all’azienda ? Mentre il contratto e i salari dei lavoratori sono bloccati da anni, quelli dei dirigenti vengono rinnovati. E a tirare le fila sono sempre le stesse persone, anche se una volta come Presidente, un’altra come a.d., un’altra infine come Direttore Generale. Se vogliamo cambiare il Paese, cominciamo da cambiare queste vecchie usanze. E dal rinnovo del contratto”.

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