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Puglia-Basilicata. Abbonamenti regionali: Adiconsum, dal Salento alla Capitanata pendolari esasperati

30 maggio 2016. In poche ore sono centinaia le mail arrivate all’Adiconsum di Puglia e Basilicata piene di “rabbia mista a constatazione di non essere nelle condizioni di far molto per migliorare la propria posizione, se non pagare e sorridere”. E’ quanto afferma Giovanni d’Elia Presidente interregionale dell’Associazione di consumatori all’avvicinarsi della data del 1 giugno quando scadrà la convenzione che permetteva, specialmente ai pendolari, di viaggiare con unico abbonamento sulle tratte regionali. “Rabbia – osserva d’Elia – soprattutto verso la Direzione regionale di Trenitalia che ha comunicato che dal prossimo 1 giugno i pendolari, in larga parte studenti e lavoratori, non potranno più usufruire dell’estensione degli abbonamenti per i treni veloci nazionali sui regionali. Di fatto viene quasi raddoppiato il costo del trasporto dovendo acquistare ben due abbonamenti, il nazionale e il regionale. Una brutta notizia per chi ha sempre contato sul treno come proprio mezzo di spostamento”. La Regione Puglia da tempo è stata allertata per cercare di ovviare a tale inconveniente “ma al momento non pare voglia forzare la mano con Trenitalia” afferma d’Elia. Adiconsum ha proposto una soluzione già in uso in altre regioni, in particolare nella vicina Campania, e cioè l’Istituzione di un abbonamento unidirezionale regionale-nazionale, soluzione che manterrebbe i costi attuali finanziando sia il sistema del trasporto regionale che quello di Trenitalia. “Ribadiamo la necessità di aprire un confronto di merito con Trenitalia prima della firma del nuovo contratto di servizio – conclude d’Elia – per convincere la società di trasporti nazionale ad applicare stessi trattamenti come già previsto in altri territori, ma anche con la Regione è necessario continuare il confronto sulla Carta dei Servizi al viaggiatore affinché siano fornite garanzie sulla qualità del servizio nel trasporto pubblico locale offerto ai cittadini Pugliesi e che costa alla collettività più di 500 milioni di euro all’anno oltre alle tariffe corrisposte dai viaggiatori per un servizio spesso inefficiente e inefficace ai bisogni degli utenti”.

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