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Sicurezza. Fns Cisl Emilia Centrale: gravi problemi al carcere S. Anna di Modena

Pubblicato il 6 Lug, 2016

Modena, 5 luglio 2016. La situazione del carcere di S. Anna di Modena è ormai divenuta insostenibile. Lo affermano i sindacati dei lavoratori della polizia penitenziaria Fns Cisl, Cgil, UilPa, Sappe, Osapp, Sinappe, Uspp, Cnpp, Alsippe e S PP, per i quali gli agenti devono contrastare quasi tutti i giorni episodi di autolesionismo violento. Inoltre, viste le esperienze passate, non si escludono future aggressioni nei confronti di chi è preposto alla vigilanza. Per questi motivi le organizzazioni sindacali hanno proclamato lo stato di agitazione e organizzato per domani – mercoledì 6 luglio – un presidio di protesta dalle 10 alle 12 davanti all’istituto penitenziario modenese. Per i prossimi giorni sono previste ulteriori azioni di protesta e sarà formalizzata una richiesta di incontro al prefetto di Modena e al provveditore regionale affinché da parte del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria vengano avviate tutte le iniziative utili a rimuovere una situazione che non può più essere tollerata. «La casa circondariale S. Anna di Modena vive un momento storico particolare. Da una gestione amministrativa dei vertici molto discutibile, si passa a tutta una serie di eventi critici che mettono a repentaglio la sicurezza dell’intero istituto e l’incolumità fisica dei poliziotti penitenziari – dicono i sindacati – I continui episodi di autolesionismo da parte dei detenuti, ai quali devono far fronte quotidianamente i lavoratori di polizia penitenziaria, stanno determinando una situazione non più sostenibile, con rilevanti situazioni di stress e pericolo per gli agenti. Peggio ancora, si continua a convivere con una serie di problematiche di carattere sanitario dovute principalmente all’assenza di consapevolezza da parte del servizio sanitario preposto all’attività carceraria, che continua a effettuare interventi di cura non adeguati soprattutto per i detenuti con gravi problemi di tossicodipendenza». Questa situazione di crisi si ripropone anche quest’anno visto che il carcere di Modena ormai viene utilizzato ciclicamente per ospitare detenuti particolamente violenti e trasferiti da altri istituti penitenziari per ragioni di sicurezza. A nulla sono valsi i ripetuti appelli delle organizzazioni sindacali affinchè fosse predisposta un’organizzazione mirata dell’accoglimento anche per questi detenuti, ma soprattutto che essi possano essere seguiti adeguatamente dal punto di vista sanitario, visto che anche per questi detenuti i problemi di tossicodipendenza sono la causa principale di atti di insofferenza soprattutto verso i preposti alla vigilanza. Negli ultimi giorni la situazione è peggiorata anche a causa di una serie di criticità strutturali a partire dagli impianti elettrici e idraulici, puntalmente segnalate dagli agenti. Nello scorso autunno le delegazioni sindacali modenesi hanno incontrato i vertici del Provveditorato regionale dell’Amministrazione Penitenziaria per rappresentare i problemi esistenti e avvertire a quali conseguenze si sarebbe andati incontro nel caso in cui le rassicurazioni fornite non si fossero tradotte in fatti. «Oggi stiamo vivendo un ennesimo triste epilogo derivante dai suddetti problemi, ma soprattutto da una situazione organizzativa del sistema penitenziario che è carente e determina conseguenze per la sicurezza. Lo sconforto e il senso di abbandono – concludono Fns Cisl, Cgil, UilPa, Sappe, Osapp, Sinappe, Uspp, Cnpp, Alsippe e Spp – sono i sentimenti prevalenti che esplodono in tutta la loro drammaticità quando i lavoratori e le lavoratrici del corpo di polizia penitenziaria iniziano il turno di servizio».

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