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Modena. Sindacati: I tagli proposti alle Camere di Commercio sono inaccettabili

Pubblicato il 28 Lug, 2016

Modena, 28 luglio 2016. «Sono inaccettabili il disegno organizzativo e le ipotesi di tagli al personale delle Camere di commercio. Così si attacca un soggetto che in questo periodo di crisi ha sostenuto il sistema produttivo modenese ed è stato elemento di coesione sociale». Lo affermano i sindacati Fp Cgil, Cisl Funzione pubblica, Filcams Cgil e Fisascat Cisl commentando le indiscrezioni relative al decreto delegato della riforma Madia sulle Camere di commercio. «Nei prossimi giorni cercheremo di incontrare i parlamentari modenesi per avere informazioni precise e chiedere impegni su questa riforma – annunciano Marco Bonaccini (segretario provinciale Fp Cgil Modena), Davide Battini (segretario generale Cisl Funzione pubblica Emilia Centrale), Alessandro Fili (segretario provinciale Filcams Cgil Modena) ed Enrico Gobbi (segretario generale Fisascat Cisl Emilia Centrale) – Si profila, infatti, un vero e proprio attacco al sistema camerale e ai servizi alle imprese. Si parla di un taglio del personale del 15 per cento (pari a circa mille lavoratrici e lavoratori) per tutte le Camere di commercio e del 25 per cento al personale di back office delle nuove Camere derivanti da accorpamento. È inaccettabile, per i lavoratori e per il tessuto produttivo locale. Siamo pronti a una mobilitazione durissima». I sindacalisti spiegano che la pesante misura sul personale, aggiungendosi alla riduzione delle risorse e delle funzioni camerali, finirebbe con l’affossare l’intero sistema. Per Cgil e Cisl ancora una volta le politiche messe in campo sui servizi pubblici sono dettate da un solo criterio: tagli lineari, dalle risorse al personale, senza nessuna considerazione per realtà, come Modena, che si distinguono per la loro efficienza ed efficacia sul territorio. «Non si fa altro che replicare, per questa via, l’incertezza occupazionale, l’impoverimento dei servizi ai cittadini e alle imprese. Nel caso delle Camere di commercio, inoltre, – sottolineano Bonaccini, Battini, Fili e Gobbi – con un taglio lineare di questo tipo non si otterrebbe alcun risparmio sulla finanza pubblica o beneficio per l’economia, considerato che le Camere sono finanziate essenzialmente con il diritto annuale versato dalle imprese. Sul sistema camerale sembra in atto un proposito persecutorio e ambiguo, quasi a voler ridurne le funzioni pubbliche di imparzialità e presidio di legalità, funzioni che potrebbero poi essere lasciate al mercato. Non si può definire riforma un impianto legislativo che, mentre penalizza pesantemente i lavoratori del sistema e depriva il sistema delle funzioni che per anni ha gestito con efficacia, non mette mano alla governance delle Camere, ridefinendone la composizione e le modalità di costituzione». Cgil e Cisl aggiungono che tutto questo succede mentre le Camere di commercio, con la loro rete informatica, continuano a essere utili strumenti per tutti, dalle start-up innovative allo sviluppo di importanti servizi in rete, solo per citare alcuni esempi. Inoltre sono già state riassegnate alle Camere di commercio dalla Regione Emilia-Romagna le competenze sull’artigianato: chi erogherà questo servizio? «Per questi motivi chiediamo, insieme alla rsu e a tutti i lavoratori della Camera di commercio di Modena, al governo e a tutti i parlamentari, alle forze politiche e quanti hanno a cuore il futuro delle imprese italiane, di modificare subito il decreto di riforma che passerà in Consiglio dei Ministri domani – venerdì il 29 luglio -. Peraltro – ricordano Bonaccini, Battini, Fini e Gobbi – in netto contrasto con quanto previsto dalla delega, che di fatto garantiva ‘il mantenimento dei livelli occupazionali’. Nel caso il decreto dovesse confermare queste indiscrezioni, ci opporremo con una mobilitazione durissima per salvaguardare il lavoro e i servizi pubblici, unici e di qualità, che il sistema camerale offre al mondo delle imprese. Auspichiamo che, almeno una volta in questo nostro Paese, si affermi la volontà di potenziare e non cancellare un’istituzione che funziona, è efficiente ed efficace, non costa ai cittadini e – concludono i segretari di Fp Cgil, Cisl Funzione pubblica, Filcams Cgil e Fisascat Cisl – contribuisce a progettare il futuro delle nostre imprese sul territorio e nel mondo globalizzato».

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