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Sardegna. Deboli segnali di ripresa nell’industria sarda, ma necessaria la conferma dell’«interrompibilità» La Cisl sollecita un incontro con la Giunta.

Pubblicato il 8 Lug, 2015

8 luglio 2015. Tra le molte certezze di cui, giustamente, gli imprenditori hanno bisogno per investire in Sardegna, una delle più richieste riguarda il costo dell’energia. Nel suo ultimo rapporto (giugno 2015) sull’economia sarda, la Banca d’Italia attribuisce la debolezza dei ritmi produttivi del comparto metallurgico anche all’incertezza determinata dalla possibilità che il contratto di interrompibilità energetica , in scadenza il prossimo dicembre, non venga più rinnovato, segnando la fine degli sconti sul costo dell’energia.

La Giunta deve intervenire al più presto a sostegno del sistema industriale sardo, che nel 2015 ha dato timidi segnali di ripresa, che, tuttavia, hanno bisogno di più solide conferme, anche perché i livelli produttivi rimangono nonostante tutto più bassi rispetto a quelli del periodo precrisi.

Il settore agroalimentare prosegue da tre anni nella sua dinamica espansiva.

L’industria chimica regionale è rimasta stabile nel 2014. Qualche miglioramento nel corso di quest’anno potrebbe venire dagli investimenti nella chimica verde. Sempre l’anno scorso è aumentato di circa 4 punti il grado di utilizzo degli impianti ed è anche aumentata la spesa per investimenti.

Nel settore delle costruzioni l’attività di realizzazione di opere pubbliche si è leggermente rafforzata nel 2014. Il valore degli investimenti è cresciuto del 2,4 per cento circa, invertendo la tendenza degli ultimi anni. Il dato riflette una crescita della spesa per la costruzione di nuove infrastrutture (4,9 per cento), in parte compensata da un lieve calo dei lavori di rinnovo e ristrutturazione. La programmazione di nuove infrastrutture da parte delle amministrazioni pubbliche regionali è tornata a crescere nel 2014.

Sicuramente la “ripresina” riguarda solo una parte del sistema industriale sardo ( le imprese più attrezzate e competitive), ma anche questo è un piccolo segnale che con le sollecitazioni giuste – anche quella dell’interrompibilità – la situazione può essere modificata in meglio. Dalla misura dello sconto energetico dipende il futuro lavorativo di alcune migliaia di lavoratori operanti in aziende con un fatturato complessivo di 1500 milioni di euro. Per questo la Cisl sollecita un incontro e l’intervento urgente della Giunta.

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