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Lombardia. Stm rallenta gli investimenti su processi e nuove tecnologie”

Milano, 20.7.2015. Stm rallenta gli investimenti nei processi produttivi e nelle nuove tecnologie di prodotto. E’ quanto emerso nel corso dell’incontro tenutosi venerdì 17 al ministero dello Sviluppo economico con la direzione di ST Microelectronics per illustrare l’andamento aziendale e le prospettive per il 2015 della multinazionale che nel nostro Paese, tra centri di ricerca e produzione, occupa circa 10.000 addetti, oltre 5.000 in Lombardia, tra le sedi di Agrate, Castelletto, Catania, Caserta. “L’azienda ha confermato gli obbiettivi produttivi e di ricerca – afferma Nicola Alberta, segretario generale Fim Lombardia e coordinatore nazionale StM per la Fim – ma ha condizionato le scelte di investimento all’andamento del mercato e alla disponibilità di risorse, annunciando il possibile slittamento di oltre un anno degli impegni di spesa per gli investimenti nei processi produttivi e nelle nuove tecnologie di prodotto”. “Tale ritardo è assolutamente negativo – aggiunge – in quanto indebolisce la tempestività e il ritmo dell’innovazione necessaria sul versante delle soluzioni e delle prestazioni qualitative dei prodotti, fattori vitali per il gruppo. L’azienda deve rivedere le scelte per quanto riguarda gli investimenti riconfermando tempi e intensità degli impegni di spesa, oltre che avviare un confronto più stringente sulle scelte strategiche e sulla salvaguardia dell’occupazione”.
L’azienda ha illustrato una serie di dati e prevede un rallentamento della crescita del mercato complessivo del 4% nel 2015, contro le precedenti ipotesi che davano un + 8%.
Rispetto a tale contesto, l’andamento aziendale vede una situazione in chiaro-scuro, con alcuni segmenti più performanti (automotive, sensori, microcontrollori, smart power) e altri in frenata (elettronica di consumo e computer). I sindacati vedono con preoccupazione le ipotesi ventilate di riorganizzazione a livello mondiale del comparto del digitale, principalmente collocato in Francia ma che potrebbe avere riflessi nel nostro Paese. “Abbiamo richiesto al governo e alle istituzioni regionali un sostegno più incisivo agli investimenti in ricerca e sviluppo, per favorire la ripartenza dei progetti di sviluppo tecnologico delle aziende e dell’intero settore – aggiunge Alberta -. Occorre riprendere il confronto al Mise sul settore della microelettronica e predisporre il documento strategico atteso ormai da mesi”. I sindacati hanno chiesto anche un incontro con la Presidenza del consiglio sulle ipotesi di privatizzazione, ribadendo la necessità del mantenimento del controllo pubblico paritetico tra Italia e Francia e di precise strategie di sviluppo del gruppo e del comparto.
Su questi obbiettivi è stato deciso un pacchetto di otto ore di sciopero, tra luglio e settembre, con articolazioni che verranno decise a livello locale per tenere assemblee con i lavoratori, presidi di informazione e sensibilizzazione e incontri con le Istituzioni e le forze politiche.

Ufficio stampa Cisl Lombardia

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