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Abruzzo. Camere di commercio abruzzesi: una riforma a metà!

25 ottobre 2016. Il diritto annuale a carico delle imprese a favore delle Camere di Commercio è stato ridotto notevolmente negli anni e proseguirà anche per il 2017. Questi tagli producono un effetto devastante sul funzionamento delle Camere di Commercio italiane. Solo metà delle CCIA riusciranno a sostenere tutte le spese per il personale e per il proprio funzionamento. Le rimanenti Camere registreranno un “deficit strutturale”, che non consentirà loro di poter sopportare tutti gli oneri per il personale e le spese di funzionamento. La CISL e la CISL FP propongono un processo di razionalizzazione del sistema camerale abruzzese, che prevede una sola Camera di Commercio regionale con 4 articolazioni territoriali. Questo percorso produrrebbe delle notevoli economie di scala soprattutto per quanto attiene la governance e i consigli d’amministrazione, che passerebbero da quattro ad uno. L’attuazione di un processo riformatore, che prevede l’obiettivo di un solo ente camerale per tutta la regione Abruzzo produrrebbe nell’immediato anche notevoli risparmi dei costi gestionali. Le Camere di Commercio abruzzesi si sono invece orientate verso un modello di riforma che prevede il mantenimento di 2 Camere di Commercio, una di esse attraverso la fusione di quelle di Chieti Pescara, e l’altra attraverso l’accorpamento di quelle di L’Aquila e Teramo. Il risultato di questo progetto di riforma produrrà nell’immediato la nascita di una Camera di Commercio (Chieti – Pescara) con un numero di aziende iscritte appena sufficiente ad avere un equilibrio economico nel breve e medio termine, e l’altra (L’Aquila – Teramo) con un numero di aziende iscritte meno di 80 mila, che potrebbe, nel breve periodo, creare una situazione di deficit strutturale. La CISL e la CISL FP considerano l’accorpamento in un’unica Camera di Commercio la condizione minimale necessaria per la sopravvivenza delle Camere di Commercio e del ruolo di servizio che svolgono a favore delle imprese e dello sviluppo del territorio. La cronaca di questi giorni mette in evidenza che i contrasti all’interno delle governance stanno determinando dei ritardi, che rischiano di creare un danno irreparabile al sistema camerale. La politica regionale, da questo processo di riforma, che condizionerà lo sviluppo della Regione, non può rimanere assente. La CISL chiede al Presidente, Luciano D’Alfonso, di convocare un tavolo di confronto per rendere la riforma della CCIA anche funzionale al processo di riordino istituzionale regionale ed evitare che l’Abruzzo, che vive una fase di profonda crisi, perda risorse per il proprio sviluppo. Un iter riorganizzativo che deve salvaguardare anche le attività e i livelli occupazionale delle società e degli enti sub camerali (Unioncamere, Cresa, Centro Estero, Centro Interno, Azienda speciale Chieti, Azienda Speciale Teramo).

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