Sicilia. Poste chiuse in Sicilia per lo sciopero generale di settore di venerdì 4 novembre contro il piano di privatizzazione

Pubblicato il 3 Nov, 2016

Palermo, 3 novembre 2016. “Il piano di privatizzazione delle Poste è una mannaia sull’occupazione. Dimentica che il servizio postale è anche attività sociale e universalistica. Sposa unicamente le logiche del profitto. In Sicilia finirebbe col tradursi nel taglio di centinaia di posti”. Così Mimmo Milazzo e Giuseppe Lanzafame, leader della Cisl Sicilia il primo, segretario della Slp Cisl regionale, l’altro. La denuncia, alla vigilia dello sciopero generale nazionale dei lavoratori delle Poste, che vedrà domani, venerdì 4, chiusi gli uffici postali di tutta Italia. E anche in Sicilia dove, per decisione di Cgil, Cisl, Confsal, Failp e Ugl che lo sciopero hanno proclamato, migliaia di lavoratori incroceranno le braccia e, a Palermo, sfileranno dalle 10,30 alle 13. L’appuntamento è in piazza Alcide de Gasperi (davanti allo stadio) da dove il corteo muoverà in direzione viale Alcide de Gasperi, dov’è la sede regionale dell’azienda. Con i lavoratori, anche Milazzo a Lanzafame. I sindacati calcolano che nel capoluogo dell’Isola confluiscano trenta pullman da tutte le province oltre a tantissimi lavoratori che arriveranno con mezzo proprio. “Già la riforma dei servizi, alla quale Poste ha dato il via quest’anno, significa mille occupati in meno, dai portalettere alla logistica”, denuncia la Cisl. “La privatizzazione, se non bloccata dal Governo, finirà con l’essere il colpo di grazia”. Perché, spiegano Milazzo e Lanzafame, “salteranno le attività poco redditizie: dagli uffici postali nei piccoli Comuni al recapito nei piccoli centri”. Insomma, la privatizzazione delle Poste, per la Cisl, è “un’ipoteca pure sul diritto di cittadinanza”. Per contro, semmai, ci sarebbe bisogno di investimenti, non di tagli. Domani i sindacati protesteranno pure per “una serie di altre ragioni di perplessità”, si legge in un documento Cisl. “Dalla disorganizzazione per la quale assai spesso gli utenti ricevono la posta in ritardo, al clima di intimidazione che vige in azienda, con troppi procedimenti disciplinari”. Ancora, “per i ritardi ingiustificati nella trasformazione da part time a full time di 1000 ragazzi, per le pesanti pressioni commerciali. E per l’inesistenza di un piano di sviluppo che sia davvero tale”. Domani, una delegazione di dipendenti delle sedi siciliane sarà pure a Roma davanti al palazzo delle Poste, all’Eur, per la manifestazione nazionale. Quanto alla Sicilia, in base alle leggi sui servizi di pubblica utilità, qui saranno aperti solo 44 sportelli su 900: “per garantire attività essenziali come l’accettazione, le raccomandate, i telegrammi”. In Sicilia i dipendenti delle Poste sono oltre diecimila, 140 mila in tutta Italia.

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