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Sindacato. La Cisl Toscana terrà il Congresso regionale il 15-16 maggio 2017. Il segretario uscente, Riccardo Cerza, si ricandida

Pubblicato il 19 Dic, 2016

Firenze, 19 dicembre 2016. Si terrà il 15 e 16 maggio prossimi, a Firenze, il dodicesimo Congresso della Cisl Toscana, a cui parteciperanno circa 160 delegati in rappresentanza di oltre 235 mila iscritti. Lo ha deciso questa mattina il Consiglio Generale del sindacato regionale riunito nel capoluogo toscano, alla presenza della segretaria generale nazionale Annamaria Furlan. Inizia il cammino che porterà al rinnovo di tutte le cariche aziendali, di zona, provinciali e regionali, sia di categoria che confederali, con il segretario generale uscente, Riccardo Cerza, che ha presentato la sua ricandidatura “a guidare la Cisl Toscana nei prossimi 4 anni, per traghettarla ad una nuova stagione.” Cerza ha preannunciato un rinnovo della squadra, “con una nuova Segreteria leggera, di tre soli componenti” e “un governo allargato, collegiale, con una partecipazione attiva dei territori e delle Federazioni di categoria.” Nella sua relazione, il segretario toscano ha anche perlato della situazione economica generale: “Negli ultimi anni – ha detto – l’Italia ha sbagliato strada e ha imboccato una china micidiale. Abbiamo cercato di fare competizione e creare lavoro abbassando il costo del lavoro e eliminando i diritti. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: l’occupazione è cresciuta, ma grazie soprattutto a contratti a termine e voucher, in generale grazie a lavoro povero e poco qualificato. Così alla nuova occupazione ha corrisposto una bassa crescita economica e la produttività invece di aumentare è scesa. Il risultato sono lavoratori più poveri e un sistema economico meno competitivo. Come volete che gli italiani siano contenti ?” “Il Paese reale – ha continuato Cerza – è lontano anni luce da quello che la politica racconta tutti i giorni. L’Italia è ferma. E più sta ferma, più diminuisce la possibilità di ripartire, perché cresce la sfiducia. Per invertire la tendenza non bastano le narrazioni ottimistiche, bisogna ricominciare a occuparsi di quello che sta a cuore alle persone: un lavoro dignitoso, stabile e giustamente retribuito, che consenta, in primo luogo ai giovani, di costruirsi un progetto di vita e guardare al futuro con fiducia. E’ questo l’impegno che attende l’Italia, e in primo luogo il sindacato, nei prossimi anni.”

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