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Lavoro. Cisl Emilia Centrale: disoccupazione ai minimi, Reggio Emilia ai vertici italiani

Reggio Emilia, 20 dicembre 2016. “Un dato da utilizzare con moltissima prudenza e da analizzare nei suoi due risvolti, sia sul mercato del lavoro che della coesione sociale”. E’ il commento di William Ballotta, segretario generale della Cisl Emilia Centrale nel rilevare come, in base alla ultima rilevazione Istat, Reggio Emilia è la prima provincia in Regione per ridotto tasso di disoccupazione, pari al 5,4%, e 4° dato assoluto in Italia, preceduta solo da Bolzano (3,8%), Vicenza (4,8%) e Cuneo (5,3%). A seguire le altre emiliane sono Parma, al 13° posto, con il 6,9%, Bologna al 17° con il 7,2%, e Modena al 19° con il 7,4% e al 38° posto Piacenza. “Purtroppo – gli fa eco Michele Del Fabbro, segretario con delega al mercato del lavoro – esistono sistemi di calcolo per cui ancora non abbiamo uniformità di letture tra Istat, Inps e Ministero del lavoro. Ad esempio lavoratori che lavorano regolarmente per pochi giorni all’anno risultano formalmente occupati, quando la realtà su base annua è, ovviamente, diversa. Certo, su base storica questo dato può fornire una indicazione di massima, analogamente nei confronti tra le diverse province”. “Per Reggio Emilia – riprende Ballotta – ci si sta posizionando comunque a livelli occupazionali da pre-crisi, ma dobbiamo tenere conto che non torneremo ad essere come prima. Lo dimostra in maniera inequivocabile il calo delle imprese, in particolare quelle artigiane, una disoccupazione giovanile a livelli inaccettabili, e, come rilevato dall’Osservatorio per la Coesione sociale, un aumento degli iscritti alla liste di disoccupazione”. La contraddizione – rilevata dal recente Osservatorio per la Coesione sociale – sta nel fatto che questo aumento, unito all’alto tasso di inattività, induce a pensare che vi sia una larga fetta di cittadini disoccupati da lungo tempo che nemmeno cerca più lavoro. “Pensiamo – aggiunge Ballotta – a over cinquanta, soprattutto donne, non ancora in fase pre-pensione e non ricercate dal mercato del lavoro”. “La vulnerabilità sociale è esplosa – aggiunge il segretario generale – e ha nomi ben precisi: cassaintegrati, contratti di solidarietà, iscritti alle liste di disoccupazione: un conteggio impressionante che a Reggio arriva a circa a quasi 70.000 persone”. “E oltre all’attività silenziosa che rileviamo nei nostri sportelli, così come quella di molti esempi di associazionismo e assistenza, sul finire dell’anno – spiega il segretario generale – vorremmo ringraziare i media che riescono a fare emergere casi che sfuggono a qualsiasi lavoratore. Dal disoccupato che si trasforma in ladro per procurare da vivere alla famiglia, dal signore che rifiuta assistenza e muore di freddo in strada, ai 3.700 creditori di CoopSette che rischiano di non riavere i propri risparmi…”. E mentre dalla Cisl giunge un apprezzamento alla legge regionale che prevede un reddito di solidarietà per chi prova a uscire da una situazione critica attivandosi (fino a 400 euro al mese per un anno) in percorsi di impegno sociale, formazione, inserimento lavorativo, “riteniamo sia giunto il momento di redigere il Patto sociale per il lavoro del quale discutiamo da un anno e per il quale c’è già stata la disponibilità a discuterne del sindaco Luca Vecchi. A Scandiano, in un recente convegno organizzato dalla Cisl con istituzioni e mondo imprenditoriale, intanto, si è proposto di farne uno unico per il distretto ceramico a cavallo del Secchia”.

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