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Emilia Romagna. Cisl Emilia Centrale: la Cisl chiede chiarezza alla Regione sul punto nascite montano appenninico

Reggio Emilia, 2 febbraio 2017. “Ci preoccupa l’escalation mediatica sul punto nascite se, questa, è segno di una carenza della politica. Riteniamo che i pareri tecnici siano da utilizzarsi nelle sedi opportune e che sia giunto arrivato il momento che dalla Regione giunga una risposta chiara sul tema Ostetricia e Ginecologia del Sant’Anna. La programmazione del territorio sia fatta dal basso e condivisa anche con le esigenze della popolazione”. Interviene in maniera netta William Ballotta, segretario generale della Cisl Emilia Centrale sul tema che, in queste ore, catalizza l’attenzione dell’Appennino reggiano. Nei giorni scorsi, con una serie di interventi, il direttore generale Fausto Nicolini ha ribadito le posizioni per cui lo stesso si dichiara favorevole alla chiusura del punto nascite montano. “Oltre al tema delle deroghe – aggiunge Luca Ferri, responsabile della zona Cisl di Castelnovo Monti – siamo preoccupati, a fronte di notizie rilanciate dai media, che possa continuare con adeguata serenità il lavoro in questo reparto, ma anche la fruizione dello stesso, così come rilevato dalle mamme organizzate nel comitato. Riteniamo inoltre che sia necessario dare una risposta su tutta la tenuta complessiva del sistema socioassistenziale non solo nel comune capoluogo ma in tutto l’Appennino: ospedale, assistenza domiciliare, strutture che operano sul territorio, anche nella gestione delle patologie croniche. Una direzione in tal senso è già tracciata nel preliminare di strategia delle Aree interne che dovrà trovare applicazione sul territorio”. Il mondo Cisl, poi, sostiene anche la visione alternativa: “Alle diverse problematiche citate da Nicolini – entrano nel dettaglio Davide Battini, segretario della Cisl Fp ed Ezio Razzoli, ex rsu Cisl per l’ospedale – deve essere la stessa azienda sanitaria a fornire adeguate risposte sul tema della sicurezza in loco. Un esempio che in diversi contesti si vorrebbe sperimentare sono soluzioni in merito alla formazione e rotazione del personale per garantire una maggiore pratica sui parti. E’ per noi imprescindibile che, per garantire la qualità del servizio e delle persone che vivono in montagna, si ottengano dalla politica decisioni certe con un piano di valorizzazione e potenziamento decennale sull’ospedale e sui servizi domiciliari dell’Appennino salvaguardando reparti e servizi in termini di qualità e quantità. Solo una programmazione di lungo periodo può dare ai professionisti, medici e personale sanitario, e alle persone che scelgono di continuare a vivere o di andare a vivere in montagna quella stabilità che permette di fare scelte certamente meno semplici che in altri luoghi della provincia”. Da segnalare, infine, anche l’intervento dei pensionati della Fnp Cisl che, in vista dell’imminente congresso, intendono presentare una mozione di sostegno che impegnerà la categoria intera al presidio del punto nascite montano “è solo mantenendo le nascite in Appennino, al pari della sanità, della scuola e dei servizi, che si può pensare di mantenere l’uomo sul territorio e, questo, vale più che mai anche per gli anziani che vogliono continuare a vivere dove sono nati”.

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